Telefonini di Solinas, sequestro confermato: gli avvocati del presidente perdono al Riesame

Sequestrare i telefonini di Christian Solinas, nell’ambito della presunta corruzione in Regione, è stato un atto adeguatamente motivato dal pubblico ministero Giangiacomo Pilia. Così ha stabilito nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame che, presieduto da Giampiero Sanna, ha respinto entrambi i ricorsi presentati dagli avvocati del governatore, Toto Casula e Roberti Nati.

I legali di Solinas contestavano intanto il sequestro in sé, avvenuto venerdì 17 febbraio, 24 ore dopo che al governatore è stato rubato il pc dalla macchina parcheggiata sotto casa (sul furto ci sono verifiche in corso con l’acquisizione delle immagini di sorveglianza nella zona). I due avvocati si sono così rivolti al Tribunale del Riesame per ottenere una revisione del provvedimento. Ma per il collegio giudicante il magistrato inquirente ha legittimamente disposto il sequestro.

In seconda battuta, i due legali hanno chiesto che fosse il Gip e non il Pm a nominare il perito cui spetta analizzare la memoria dei cellulari. In questo caso la difesa di Solinas ha perso perché di questo se ne occuperà sempre il pubblico ministero incaricato di indagare sulla presunta corruzione. Gli avvocati del presidente volevano in particolare che il perito decidesse anche quali di memoria distruggere, se non inerenti all’indagine, era la richiesta.

Solinas è finito sotto accusa in due diversi filoni di inchiesta. Uno riguarda la laurea honoris causa in Medicina a Tirana, una circostanza smentita poi dal rettore in diretta tv. Il titolo glielo aveva promesso Roberto Raimondi, il Dg nominato da Solinas il 25 agosto 2022 e rimosso nei giorni scorsi. Raimondi, sempre stando alla ricostruzione del Pm, aveva ottenuto l’incarico in cambio della promessa di far dare a Solinas alcune docenze, sia in Albania che all’Unilink, altro ateneo dove il manager lavoro. Il tutto tramite l’intermediazione – sostiene ancora il Pm – di Christian Stevelli, amico di Solinas e suo consulente in Regione. Anche Raimondi e Stevelli devono rispondere di corruzione.

C’è poi la questione della presunta tangente legata alla vendita di un rudere a Capoterra, di proprietà di Solinas che a sua volta lo aveva ottenuto gratuitamente in cambio della riqualificazione. Valore dell’immobile: 50mila euro massimo. Solinas invece lo ha venduto all’imprenditore Roberto Zedda per 550mila euro. Anche per quest’ultimo la Procura ipotizza lo stesso reato.

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