Sovranisti, il Sale sulla ferita

Gavino Sale va da solo: nel gruppo misto. E lascia, ‘Soberania e indipendentzia’ a Partito dei Sardi e Rossomori. Tensioni nel centrosinistra: secondo gli alleati il Pd pretende troppo.

Gavino Sale si sfila dal polo sovranista e sceglie il gruppo misto, proprio quando sembrava sicuro il suo ingresso in ‘Soberania e indipendentzia‘ che in Consiglio regionale riunirà i rappresentanti di RossoMori e Partito dei Sardi (Pds). Ma non appunto lo storico leader dell’iRs che va da solo per la sua strada. La decisione di Sale, tuttavia, non è l’unica che in queste ore sta agitando la maggioranza di centrosinistra. Sotto traccia si muove anche il malumore degli alleati del Pd che accusano il Partito democratico di voler fare l’asso pigliatutto della coalizione.

Quanto alla scelta di Sale, manca solo il comunicato ufficiale che verrà pubblicato sul sito di iRs, fanno sapere dall’ufficio stampa del movimento indipendentista. In casa RossoMori e Pds, però, sanno già che il neoconsigliere ha preferito il gruppo misto a ‘Soberania e indipendentzia’, probabilmente per avere le mani più libere nelle decisioni.

Intanto trapelano gli echi della scaramuccia che questa mattina ha diviso Pd e forze alleate nella riunione tra i capigruppo di maggioranza, durante la quale il democratico Pietro Cocco ha annunciato che il presidente Francesco Pigliaru entrerà nel gruppo del Pd. Ciò vuol dire che il partito avrà 19 consiglieri sui 36 del centrosinistra, quindi poco più del 50 per cento. Ma, a fronte di questa proporzione, gli alleati hanno fatto notare al Pd che c’è uno squilibrio nella divisione degli incarichi.

Con l’ingresso di Pigliaru nel gruppo Pd, il Partito democratico ha la presidenza della Giunta e quella del Consiglio, più 8 assessorati (su 12) e sempre nell’Assemblea di via Roma indicherà uno dei due questori in quota maggioranza. O, in alternativa, designerà il segretario d’Aula. Ragion per cui gli alleati hanno chiesto al Pd di fare un passo indietro sulla presidenza della commissione Bilancio, la più importante del Consiglio e che Sel rivendica per assegnarla a Francesco Agus.

Insomma, sono ore intense quelle sta vivendo il centrosinistra, quando mancano due giorni alla prossima seduta del Consiglio durante la quale verrà votato l’Ufficio di presidenza. Per domani mattina è programmato il vertice finale del centrosinistra, dove il Pd porterà la propria proposta sulle caselle ancora da assegnare, comprese le sei commissioni consiliari.

Il confronto si preannuncia serrato. Anche perché le presidenze delle commissioni non sono incarichi fiduciari ma elettivi. Quindi nel segreto dell’urna, come già è successo per Gianfranco Ganau che ha perso due voti per strada, potrebbero esserci sorprese. Infatti: gli organismi consiliari saranno formati da 12 onorevoli, di cui 7 di maggioranza e 5 di opposizione. Considerando che tra i 7 ci saranno 3-4 democratici e 4 (o 3) rappresentanti dei partiti alleati, mettere in minoranza il Pd non sarebbe difficile.

Al momento i nodi sciolti sono solo due: Eugenio Lai (Sel) è il vice in pectore di Ganau, mentre uno dei due questori sarà Alessandro Unali, di Sinistra Sarda, il cartello comunista escluso dalla Giunta e che sull’Ufficio di presidenza ha diritto alla prima scelta. E così sarà anche per i posti di sottogoverno, cioè gli enti regionali e le Asl, è l’accordo raggiunto nel vertice di questa mattina. Ma tutto il resto è ancora da decidere.

Alessandra Carta

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