Tre sardi in Europa: Soru (Pd), Cicu (Forza Italia) e Moi (M5S)

La Sardegna ha tre parlamentari europei. Ed è un risultato storico, contro ogni aspettativa. Oltre a Renato Soru (Pd, 182.753 preferenze), sono stati eletti anche Salvatore Cicu di Forza Italia (51.214 voti) e Giulia Moi (62.911) del Movimento 5 stelle, sui 19 candidati che si sono presentati nel collegio Isole (Sicilia-Sardegna). Considerato il maggior numero di elettori in Sicilia rispetto alla Sardegna, per i candidati sardi era sempre stato un’impresa impossibile riuscire a conquistare un seggio per il Parlamento europeo. L’ultimo sardo ad essere stato eletto direttamente e non quindi ad esser stato “ripescato” grazie alla rinuncia di un siciliano o di un leader di partito – era stato Mario Melis (Psd’Az) nel 1989.

A poche ore dalla certezza parla il neo eletto Renato Soru, ex presidente della Regione e patron di Tiscali. Lo fa da europarlamentare ma anche da sardo. Per lui un record di preferenze a livello nazionale che gli hanno permesso di scavalcare la capolista Pd nel collegio delle sue Isole, Caterina Chinnici. Soru ha raccolto 182.753 voti, di cui 40mila in Sicilia. Una conferenza stampa in tarda mattinata, con parole di soddisfazione per commentare anche il risultato nazionale definito “straordinario e al di la’ di ogni aspettativa”. Addirittura “storico”. “Non solo per il Pd ma anche per la Sardegna. Personalmente sono felice, è un voto, questo, che mi riconcilia con gli elettori sardi. Con queste elezioni si riapre un rapporto politico e affettivo che sembrava concluso nel 2009. Ringrazio di cuore tutto il popolo sardo”. E ancora: “”Mi aspettavo un po’ meno voti, sono sorpreso dell’accoglienza siciliana”.

Soru ha commentato anche il record negativo della Sardegna con la più alta astensione nazionale: “La disaffezione al voto? Io preferisco vedere l’aspetto positivo: siamo l’unica regione che è cresciuta di oltre due punti. E c’è una differenza modesta anche rispetto alle ultimi regionali”. Però ammette che “la Sardegna non usa appieno il suo diritto al voto. Su questo bisogna lavorare di più, c’è stata una manchevolezza da parte di tutti noi e della politica”. L’ex governatore sardo parla di un “legame ritrovato” con il popolo sardo. Un impegno preciso riguarda la “difesa dell’euro”, la tutela dell’ambiente, il superamento della “emergenza” mediterranea, in cui l’Italia non sia lasciata sola. E conclude tendendo la mano anche agli altri due eletti sardi Giulia Moi (M5s) e Salvatore Cicu (Fi). “Non risolviamo i problemi pensando solo al nostro giardino. Impariamo a lavorare insieme”.

Così Cicu: “Mi sono inserito nel momento più difficile della storia politica regionale e italiana. Ero perfettamente consapevole delle difficoltà. C’era molta rassegnazione, sembravamo tutti sconfitti. E invece ha vinto la Sardegna: battendo l’invito al non voto”. Il neoparlamentare europeo di Forza Italia inizia a ragionare sui primi passi da compiere subito dopo l’elezione: “La prima mossa? Un centro studi europeo a Cagliari come contenitore di professionalità. Una possibilità per lavorare con le maggiori e migliore risorse di quest’isola anche in prospettiva posti di lavoro”. Per Cicu “c’è bisogno di mettersi subito a lavorare anche sui grandi temi come zona franca e insularità. C’è un nord Africa che può essere una nuova frontiera, bisogna impegnarsi e fare rete”. Quanto alla pesante flessione dei Cinque Stelle, Cicu dice: “È una sconfitta piena, la loro, soprattutto se confrontata con le attese dei vertici del movimento”. Quanto al successo del Pd di Renzi, questo il commento: “Onore e tanto di cappello. È stato bravo a lanciare il messaggio”. E sul risultato di Forza Italia Cicu dice: “Rispetto a quello che si pensava nelle previsioni – conclude Cicu – è stata una sostanziale tenuta. Non dimentichiamoci che il suo leader non ha potuto fare campagna elettorale”.

Niente da fare per Maddalena Calia , ex europarlamentare nel 2008-2009, da ripescata. Era candidata con il Nuovo Centro Destra di Alfano che dovrebbe prendere un solo seggio. Lei è settima con 9.027 preferenze. Fuori anche Giommaria Uggias, l’avvocato gallurese il più votato nel collegio delle Isole (4.299), ma l’Italia dei valori non ha superato lo sbarramento del 4 per cento, quindi niente ripartizione dei seggi.

Questi i risultati degli altri 14 candidati sardi al Parlamento europeo: Nicola Marini (M5S) 63.112 preferenze, un’affermazione decisamente positiva anche se Marini non entrerà nella massima assemblea di Strasburgo perché è terzo. Con Forza Italia, era in corsa pure la gallurese Antonella Chiavacci che si è fermata a 6.268 voti. Angela Scarpa (Udc) ne ha ottenuti 5.366 voti; Elena Ledda (lista Tsipras) 13.708; Simona Lobina (lista Tsipras) 6.141; Salvatore Deidda (Fratelli d’Italia) 5.789; Anna Maria Busia (Scelta Europea) 3.488; Mario Carboni (Scelta Europea) 449; Simone Testoni (Fratelli d’Italia) 2.367 preferenze; Mauro Morlè (Lega Nord) 902; Mirko Valenti (Lega Nord) 653; Maria Pia Zonca (Idv) 626 voti; Michele Azara (Idv) 672;  Cristina Pusceddu (Green Italia) 731. Nessun sardo, invece, era candidato con ‘Io cambio-Maie’.

Prima della tripletta odierna, era stato Mario Melis, nell’89, a centrare l’elezione diretta al Parlamento di Strasburgo, cioè senza attendere il ripescaggio come è successo a Uggias, alla Calia e a Francesca Barracciu. Nel ’94, invece, il traguardo venne raggiunto da Mario Segni col Patto, il partito da lui fondato. Segni però si era candidato in più collegi, non solo nella circoscrizione elettorale delle Isole. Un anno dopo l’elezione si era dimesso.

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