Solinas: “Psd’Az unito”. Ma così non è: blitz fallito, col presidente in 45 su 97

Non bastava l’indagine giudiziaria sulla villa che Christian Solinas ha acquistato al Poetto per un milione e 100mila euro: in questo settembre nero il presidente della Regione (sebbene sulla compravendita non ci sia al momento alcuna indagine a suo carico) deve fare i conti con un’altra grana. Pesantissima. Il governatore e segretario del Psd’Az rischia di perdere il controllo del partito, tutt’altro che unito a differenza di quanto raccontato dallo stesso Solinas. All’hotel Su Baione di Abbasanta, dove sabato si è riunito il Consiglio nazionale, ad andare in scena è stato il copione delle divisioni. Tanto che è saltato il blitz di Solinas sul tesseramento e non sono stati nemmeno votati i nuovi dirigenti, a differenza di quanto previsto all’ordine del giorno.

Erano settimane che la crisi nel Psd’Az teneva banco. Il 20 agosto scorso fu un big del partito, lo storico ex segretario Antonio Delitala, a far saltare il tappo. “Qualcuno – scrisse su Facebook – ha deciso di non riunire gli organismi e impedire che si faccia per statuto. A breve si ritroverà un’autoconvocazione del Consiglio nazionale con tutte le sorprese del caso, compreso il cambio di segretario”. A quel punto il presidente dei Quattro Mori, Antonio Moro, decise di chiamare a raccolta il massimo organo del Psd’Az per vie formali. Due giorni fa la riunione, che è però è andata malissimo per il presidente della Regione (e fedelissimi).

Nella sua relazione introduttiva Solinas ha messo sul piatto una narrazione in cui la metà partito non si è riconosciuta, parlando di un “Psd’Az unito”. E per dimostrare la propria forza il segretario-presidente si è presentato al Consiglio nazionale con una sorta di mozione seguita da 45 firmeQuel documento, invece, non solo non è stato messo ai voti dal presidente Moro, ma ha certificato la debolezza stessa di Solinas, visto che col capo dei sardisti stanno soprattutto i rappresentanti istituzionali del Psd’Az. Non solo: il Consiglio nazionale è formato da 97 componenti. La metà fa 48 e mezzo. Solinas ha appunto 45 firme.

Tra loro, sono per esempio quelle dei consiglieri regionali passati di recente coi Quattro Mori, come l’ex grillina Elena Fancello, l’ex dei Riformatori Alfonso Marras e l’ex Udc Domenico Gallus. Idem l’onorevole Stefano Schirru, ex di Forza Italia e migrato nel Psd’Az per le Regionali del 2019. Lo stesso ha fatto Giovanni Satta che era un Uds nella passata legislatura. Sta con Solinas pure un altro sardista senza passato, il parlamentare Carlo Doria. Più lontana è l’iscrizione del Psd’Az dei due assessori Gianni Chessa e Quirico Sanna e del consulente Christian Stevelli, i quali provengono ugualmente da esperienze politiche non sardiste (Udc Chessa e An Sanna), ma da tempo formano il cerchio magico del governatore. Ha firmato il documento di Solinas pure il sindaco di Alghero, Mario Conoci.

Per capire quanto deboli siano le 45 firme di Solinas, gli equilibri interni al Psd’Az possono essere guardati anche da un’altra prospettiva: rispetto ai sette componenti di diritto, ossia ex segretari ed ex presidenti dei Quattro Mori, con Solinas si sono schierati solo in due: Efisio Trincas e Giancarlo Acciaro. In opposizione al presidente-segretario ecco invece Giacomo Sanna, Lorenzo Palermo, Silvano Cadoni, Giovanni Colli e Antonio Delitala. Non è considerato nella lista Italo Ortu, perché da tempo è lontano dalla politica per problemi di salute.

Sabato a Su Baione, Solinas proponeva la nomina dei commissari per il tesseramento. Il presidente Moro si è rifiutato di mettere ai voti il documento, in quanto non esiste per Statuto una simile figura. L’iscrizione al Psd’Az passa dalle sezioni. Solinas, con un blitz, voleva controllare le tessere piazzando propri fedelissimi come commissari – otto in tutto, uno per provincia -. L’obiettivo, evidentemente, era quello di assicurarsi la maggioranza nel prossimo Congresso, dove votano solo gli iscritti.

La mossa di Solinas non solo è fallita, ma a quel punto, visto la malaparata, il governatore non ha nemmeno forzato la mano per procedere con la votazione degli organi interni prevista all’ordine del giorno. Quindi: Ufficio di presidenza del Consiglio nazionale; Direzione nazionale; Commissione di garanzia; Collegio dei revisori. Tutto rinviato. La convocazione sdi Abbasanta si è ridotta alla sola approvazione del Bilancio.

Il mandato di Solinas, rieletto segretario il 24 novembre del 2018, scade quest’anno. Il partito, stavolta all’unanimità, si è accordato per convocare il prossimo congresso entro l’aprile del 2022. Insomma, sette mesi che si preannunciano al veleno. Solinas rischia di essere il primo dei sardisti senza più il controllo del Psd’Az.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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