Sla, Arru non ci sta: “Rispettati tutti gli impegni e spesi 164 milioni”

L’assessore alla Sanità, Luigi Arru, fa il punto sui fondi per le non autosufficienze e smonta le ragioni della protesta di Salvatore Usala.

Luigi Arru seguito fino al ristorante, durante la pausa pranzo, perché non ha incontrato subito il Comitato 16 Novembre dei malati di Sla, guidato da Salvatore Usala. Il blitz contro l’assessore regionale alla Sanità è successo ieri alle due del pomeriggio. Oggetto della contesa, a sentire i manifestanti, la mancata pubblicazione del bando per i caregiver, ovvero la formazione di chi deve assistere a casa i pazienti gravissimi. “Ma nell’accordo del 24 marzo scorso, siglato con lo stesso Comitato, a pagina 1 si può leggere che l’attività decollerà a settembre“. L’assessore dice: “Esiste un’intesa, concordata e sottoscritta dalle parti e con una scadenza precisa, non si capisce davvero il senso della protesta di ieri. La nostra struttura è in costante contatto con il Comitato, le stesse risorse stanziate dalla Giunta dimostrano quanto sia massimo l’impegno della Regione. Se una mattina, la struttura non può ricevere una delegazione, non credo ci sia bisogno di organizzare un blitz. Val la pena ricordate che veniamo fuori dalla risoluzione di due emergenze gravissime, come l’Ebola e l’arrivo di centinai di migranti. Non accogliere i rappresentanti di un Comitato, non fa venire meno gli accordi sottoscritti mesi fa”.

Tutto questo lo dice in premessa, Arru che porta numeri e documenti per ricostruire la mappa dell’assistenza ai malati gravissimi. “Tra i fondi di Ritornare a casa e la legge 162 sui progetti personalizzati, la Regione ha speso nel 2014 164.163.087,47 euro, garantendo le cure a 41.341 pazienti“. Cifre “importanti”, ribadisce l’assessore, con una filosofia a fare da cornice ai due interventi: “Solo la permanenza in famiglia può alleviare le sofferenze di quanti sono costretti dalle malattie a una vita di sofferenze. Per questo – prosegue Arru – dal 30 settembre 2014 esiste un gruppo tecnico di lavoro, coordinato da Remo Siza e composto da altre 14 persone, in rappresentanza di Comuni, Asl e associazioni, cioè gli attori dell’assistenza, supportati da cinque tecnici dell’assessorato”.

In Sardegna, Ritornare a casa e legge 162 hanno cominciato a decollare nel 2006, quando la titolare della Sanità era Nerina Dirindin. Per i pazienti gravissimi, allora vennero destinati 5 milioni di euro. “Nel giro di otto anni – continua Arru -, siamo arrivati a 36.897.639,98 euro, di cui 4.061.502,39 di fondi nazionali per le non autosufficienze, mentre il resto è coperto dalla Regione con risorse proprie, destinate a 2.767 persone. Ogni singolo contributo individuale può arrivare a 60mila euro annui”.

La legge 162, invece, permette l’assistenza a 38.574 malati. “Di questi – prosegue l’assessore – 3.273 hanno meno di 18 anni e possono contare su un sussidio fino a 14mila euro, sempre annui, con una media di erogazione pari a 5mila. I 24.128 pazienti sopra i 65 anni hanno invece un assegno medio di 2.200 euro, fino a un massimo di 5mila”. Nel 2014, per la 162 la giunta di Francesco Pigliaru ha speso 127.628.093,08 euro. Nel 2006 lo stanziamento era di 29,2 milioni, risulta ancora dalle tabelle dell’assessorato.

Arru spiega poi la procedura per accedere ai finanziamenti. “Su Ritornare a casa, data la gravità delle patologie, le richieste di assistenza vengono valutate ogni mese da una commissione ad hoc, dopo la presentazione delle domande ai Comuni di residenza che vengono girate alle Asl territoriali”. Per la legge 162, invece, esiste “un bando annuale e per accedere alle risorse è necessario la dichiarazione di disabilità grave da parte del’Inps”.

Su Ritornare a casa, Usala e il Comitato contestano la procedura a sportello, e anche per questo ieri volevano essere ricevuti da Arru. L’assessore osserva: “A parte che è sempre stato così, perché questa viene considerata la procedura più rapida per l’assegnazione dei fondi. Ma nel suo comunicato stampa, Salvatore bolla la scelta come demenzialità. Mi chiedo perché questo cambio di rotta improvviso, se mai un solo paziente è stato lasciato senza assistenza. Peraltro: la frequenza con la quale si riunisce la commissione esaminatrice, garantisce la massima tempestività nel riconoscimento dei piani assistenziali”.

Arru è rammaricato: “Il blitz di ieri – chiude l’assessore – mi è davvero parso sproporzionato rispetto al grado di attenzione e di ascolto dimostrato da questi uffici. In riferimento allo stesso bando per i caregiver, la Regione ha ultimato la stesura del documento. Manca solo la concertazione con le associazioni, ma perché da due mesi è assente dalla riunioni l’esperto indicato dallo stesso Comitato 16 Novembre che, adesso, protesta per un ritardo inesistente”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Sla, la frase di Usala che non piace ad Arru: “Corrono voci che ti faranno fuori”

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