Servitù militari, Pigliaru al Consiglio: “Non possiamo prestare la terra gratis”

“Deve esserci una stretta proporzione tra gli investimenti di ricerca e tecnologia già programmati e il gravame delle servitù militari: se abbiamo il 65 per cento delle servitù militari di tutta Italia, dobbiamo avere il 65 per cento della ricerca che si svolge in ambito militare e duale (militare-civile), finanziata dal ministero della Difesa e dall’Agenzia nazionale europea”. Con queste parole, che valgono una regola, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha annunciato, durante le sue comunicazioni in Consiglio regionale, di aver intrapreso la vertenza con lo Stato sul riequilibrio dei poligoni militari nell’Isola che occupano 30mila ettari, dei quali 13 mila strettamente connessi alle attività militari. Il governatore ha sollevato il problema martedì, durante la sua audizione davanti alla commissione Difesa della Camera.

“Oggi – ha proseguito Pigliaru – i territori della Sardegna gravati da servitù militari complessivamente vengono indennizzati con 15 milioni di euro. Ebbene: dal 1990 al 1995 il contributo fu pari a 14 milioni in termini nominali, diventati 15 nel quinquennio 2005-2009. Ma di fatto l’Isola ne ha persi 5 in termini reali, se si va a vedere la rivalutazione Istat“. Poi sul passaggio sulla modalità di erogazione che “crea incertezza – ha aggiunto: a oggi non sappiamo ancora quanto è previsto per il 2010, ma anche su qteste risorse il patto di stabilità impone vincoli con un impatto devastante”.

Pigliaru ha quindi ribadito la “necessità di un riequilibrio interregionale” e ha proposto “uno studio internazionale fatto da un centro di ricerca indipendente per capire quali sono le compensazioni che sarà giusto per noi rivendicare. Chiediamo che questo studio si focalizzi sui costi da mancato sviluppo, in attesa di una riduzione, perché l’impatto economico è ancora particolarmente alto: l’unica pausa per le esercitazioni va dal 20 giugno al 20 settembre. Noi sollecitiamo che si estenda il periodo di pausa dall’1 giugno al 30 settembre e abbiamo registrato la disponibilità su questo punto. È poco credibile – ha proseguito il presidente della Regione –  che qualcosa che era essenziale 50 anni fa sia considerato tale anche oggi, dopo che è finita la guerra fredda. Se lo chiedono anche i sindaci che hanno dei litorali bloccati come Porto Tramatzu e Sabbie bianche”.

In commissione Difesa, Pigliaru ha sollecitato “una mappatura dei poligoni dettagliata e maggiore trasparenza sulla tutela ambientale e per la salute, perché se c’è incertezza non c’è turismo o agroalimentare che può essere venduto nel mondo. Ogni incertezza uccide l’attività economica“, ha concluso il governatore.

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