Pigliaru a Roma apre la guerra contro le servitù militari

Per il presidente della Regione in Sardegna “c’è un’eccessiva presenza militare”. Pigliaru ha parlato davanti alla commissione Difesa della Camera.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, chiede uno studio sui costi che le servitù militari della Sardegna comportano (e hanno comportato) in termini di mancato sviluppo per il territorio. Pigliaru lo ha detto durante la sua audizione in commissione Difesa alla Camera. Il governatore ha anche sollecitato l’immediata istituzione di un osservatorio ambientale per valutare i danni della presenza militare nell’Isola.

Pigliaru è stato ascoltato per circa un’ora,  in vista della conferenza che si terrà il 18 giugno sull’annosa questione delle servitù. Il presidente ha rimarcato il fatto che in Sardegna siano troppe:  “Nella nostra Isola – ha detto – è concentrato il 65 per cento delle presenze militari che si contano in Italia. E questo a fronte di una popolazione pari al 2 per cento del totale nazionale”. Per Pigliaru è dunque urgente un “riequilibrio” per porre rimedio ad una situazione che il governatore ha definito “innaturale“.

“In regime di spending review – ha detto ancora il governatore – vanno ridotti anche i costi delle servitù, ma ciò lo si può fare solo nel momento in cui esiste uno studio indipendente sul mancato sviluppo alternativo del territorio sardo, elemento che a tutt’oggi non esiste. Sulla presenza militare nella nostra Isola – ha aggiunto – non c’è l’etichetta con il prezzo”.

Il presidente della Regione ha poi chiesto un prolungamento dello stop alle esercitazioni dal 1° giugno al 30 settembre. Attualmente il blocco scatta il 20 giugno e termina il 20 settembre. “Queste esercitazioni – ha detto ancora Pigliaru – allontanano il turismo con danni considerevoli per la regione”. Fra le altre richieste fatte, figurano anche “gli interventi di mitigazione”, cioè è stata richiesta “la massima trasparenza sui dati sull’inquinamento ambientale che ha pesanti ripercussioni sull’industria delle vacanze e sul settore agroalimentare. Stiamo pagando – ha proseguito Pigliaru – costi altissimi, in particolar modo a scapito dello sviluppo del nostro territorio, se noi siamo gli azionisti di maggioranza, dato che possediamo il maggior numero di servitù militari, non dobbiamo solo sostenerne i costi ma anche i benefici“.

Sempre in tema di risorse, il presidente ha sollecitato che “la programmazione delle compensazioni (come quella dei pescatori) non sia più quadriennale ma annuale e sia al netto del Patto di stabilità”. Su questo fronte Pigliaru ha chiesto “certezza nei tempi di erogazione”. Il governatore ha anche fatto notare che “durante il quadriennio 1990-1994 le compensazioni erano pari a 14 milioni, ma dal 2005-al 2009 sono aumentate solo di un milione. Vuol dire che sono diminuite, considerato l’aumento del costo della vita”. Pigliaru ha posto anche la questione dei “manufatti dismessi: devono essere riassegnati al patrimonio regionale”.

 

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