Scuola, sanità e trivelle: il Consiglio regionale va alla guerra

Nell’Aula di via Roma seduta dedicata al confronto politico. Assemblea convocata martedì 22 alle 16.

Si prepara al primo grande scontro post ferie, il Consiglio regionale. Questo pomeriggio, nell’Aula di via Roma, la seduta è dedicata a scuola, sanità e trivelle (si comincia alle 16). Nulla di sostanziale da un punto di vista amministrativo, visto che non ci sono leggi da approvare. Il confronto sarà squisitamente politico, così come ha deciso dalla conferenza dei capigruppo.

L’avvio dei lavori sarà segnato dalle dichiarazioni della Giunta. E si presume che a prendere la parola siano il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore alla Pubblica istruzione, Claudia Firino. All’ordine del giorno, le ragioni che hanno spinto l’Esecutivo a non impugnare la Buona scuola. Perché nel ddl Renzi-Giannini convertito in legge dal Parlamento lo scorso luglio, “ci sono cose buone e non solo criticità”, ha chiarito l’altro giorno il governatore.

Da lì una pioggia di polemiche, con la stessa maggioranza divisa. In testa Sel che, attraverso il deputato Michele Piras, ha duramente criticato la posizione della Giunta. “La dichiarazione del presidente Pigliaru sulla riforma della scuola – ha scritto il parlamentare in una nota – è al limite dell’imbarazzante per la superficialità del giudizio espresso su una questione così rilevante. La legge avrebbe meritato una battaglia strenua, almeno in difesa delle prerogative autonomistiche, e una affermazione insindacabile del principio di insularità e specialità della Sardegna”.

Sulle posizioni di Piras è allineato il capogruppo di Sel in Consiglio, Daniele Cocco, il quale dice: “La Giunta, attraverso il progetto Iscol@, ha dimostrato di volere un’istruzione davvero moderna. Poi però accetta una riforma nazionale che penalizza pesantemente studenti e docenti”.

Al fianco di Pigliaru si è schierato Gavino Manca, il presidente della commissione consiliare alla Pubblica istruzione. “Dispiace – ha a sua volta scritto l’esponente Dem, renziano di ferro – leggere una bocciatura così netta, ma anche così miope da parte del deputato Piras verso l’operato del presidente Pigliaru. Dispiace soprattutto perché la sua presa di posizione è ingenerosa e permeata di toni disfattisti che non fanno onore a un esponente politico, di cui in più occasioni abbiamo apprezzato l’azione parlamentare. La scuola sarda è oggi nelle ultime posizioni in Europa per livello di apprendimento, tanto che la Giunta la sta rilanciando attraverso il progetto Iscol@, per arrivare a una istruzione al passo coi tempi, come contenuto anche nella riforma nazionale”. In Aula, insomma, si preannuncia prima di tutto uno scontro tutto interno al centrosinistra.

Quanto alla Sanità, in discussione c’è una mozione di Giorgio Oppi, condivisa dal resto della minoranza. L’ex assessore regionale alla Sanità chiede che la maggioranza “ritiri la deliberazione 33/27, datata 30 giugno 2015” e che contiene le “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. Il testo prepara infatti la riorganizzazione della rete ospedaliera, stabilendo due novità: su Cagliari l’accorpando del Brotzu con il Microcitemico e il Businco; su Sassari sono state unite l’Azienda ospedaliero universitaria e il Santissima annunziata”. Per Oppi “la procedura seguita per la doppia fusione è illegittima, perché fatta in assenza di Piano sanitario regionale”.

Al netto della posizione giuridica, è evidente che la mozione del centrista apre la guerra tra schieramenti in materia di sanità, specie adesso che sulla riorganizzazione degli ospedali l’assessore Luigi Arru non ha alcuna intenzione di tornare indietro, come dichiarato in un’intervista a Sardinia Post.

Il terzo punto in discussione martedì riguarda “la convocazione di referendum abrogativo contro le trivelle“, autorizzate a livello nazionale col decreto Sblocca Italia.

Al. Car.

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