Sanità, il caso dei 3 indagati fa saltare la commissione d’inchiesta

È durata 24 ore la commissione d’inchiesta sulla sanità: i componenti del centrosinistra non hanno accettato la nomina.

Doveva avere il compito di vigilare sulle spese delle Asl sarde per contenerne i costi. Ma la commissione d’inchiesta sulla sanità è già archiviata, passate appena 24 ore dalla nomina dei suoi 15 componenti, avvenuta ieri. L’epilogo è arrivato stasera alle 19, quando i nove consiglieri indicati dalla maggioranza hanno deciso in blocco di non accettare l’incarico. Questione di “opportunità”, è la posizione del centrosinistra, “visti i componenti scelti dall’opposizione”.

Alla base della rinuncia, i nomi dei tre commissari (su 6) indicati dal centrodestra e che sono tra gli indagati nell’inchiesta sui fondi ai gruppi aperta dalla Procura di Cagliari. Si tratta dei consiglieri Giorgio Oppi (Udc), Attilio Dedoni (Riformatori) e Christian Solinas (Psd’Az), i quali, un anno fa, hanno ricevuto un avviso di garanzia per il presunto peculato commesso nella gestione del denaro destinato all’attività politica durante la legislatura 2009-2014.

Il primo a ufficializzare la rinuncia all’incarico è stato Roberto Deriu, il consigliere Pd che alla fine dello scorso anno aveva proposto l’istituzione della commissione, votata l’8 gennaio all’unanimità dall’intera Assemblea attraverso un ordine dal giorno sottoscritto dai capigruppo di entrambi gli schieramenti.

Deriu ha scritto su Facebook: “Con i colleghi di maggioranza non abbiamo accettato la nomina”. Al telefono è più preciso e dice: “A leggere i nomi dei componenti indicati dai partiti, è evidente che lo spirito della commissione non è stato capito, quindi è meglio non arrivare nemmeno all’insediamento”. E aggiunge: “L’organismo consiliare aveva su tutto il compito di difendere la gestione dell’autonomia sarda. Perché quando una regione dimostra di non saper tener sotto controllo la spesa sanitaria, è chiaro che la specialità statutaria, già duramente contestata, rischia di essere messa definitivamente in discussione. Le Asl sarde hanno un problema che va risolto: il loro costo cresce del 3 per cento ogni anno, su un totale arrivato a quota 3 miliardi. Significa una progressione di 300 milioni ogni 12 mesi. Sono oggettivamente troppi“.

Tra i 15 commissari nominati dalla maggioranza c’era anche Daniele Cocco, capogruppo di Sel. “Per formare un organismo così importante sono state scelte persone che la sanità l’hanno gestita da assessori, non è pensabile”. Il riferimento è evidentemente a Oppi. Rossella Pinna, anche lei del Pd, dice: “Abbiamo deciso uno stop necessario. Serve un ulteriore passaggio prima che, eventualmente, si operi con il monitoraggio della spesa sanitaria. Intanto apriremo al più presto un confronto in maggioranza”.

Gli altri componenti del centrosinistra che non hanno accettato l’incarico sono i democratici Pietro Cocco (capogruppo) e Gigi Ruggeri. La lista prosegue con Fabrizio Anedda (Sinistra unita Pdci), Anna Maria Busia (Cd), Emilio Usula (RossoMori) e Raimondo Perra (Psi, presidente della commissione consiliare della Sanità). La minoranza –  insieme a Dedoni, Oppi e Solinas – aveva indicato Pietro Pittalis, Ignazio Locci (Fi) e Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia).

Alessandra Carta
(@alessacart on twitter)

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