La tanto attesa delibera sul San Raffaele non è ancora arrivata in Giunta, ma questo non significa che l’Esecutivo non ne abbia discusso. In una riunione politica che ha fatto slittare l’inizio della seduta di qualche ora, il governatore Francesco Pigliaru e la sua squadra hanno discusso anche del progetto della struttura sanitaria gallurese.
In Consiglio la delibera è attesa per domani, ma se il provvedimento slittasse alla settimana prossima, magari nel giorno della scadenza, il 24 giugno, per la risposta da dare agli investitori del Qatar, la commissione consiliare competente avrebbe poche ore di tempo per dare il proprio parere vincolante. Due le questioni da superare, come è stato evidenziato anche ieri durante la direzione regionale del Pd con l’assessore della Sanità Luigi Arru: la riorganizzazione dei posti letto in Sardegna e i costi di accreditamento per la sanità pubblica in termini finanziari, di specialità e di professionalità.
Nel frattempo il leader sardo di Centro democratico, il deputato Roberto Capelli, ribadisce che il San Raffaele rappresenta “un’opportunità”. “Non credo che tra le persone di buon senso ci sia contrarietà all’operazione Qatar-San Raffaele, ed è assolutamente da rispettare il lavoro che il presidente Pigliaru e l’assessore Arru stanno portando avanti con opportuna riservatezza e attenzione. A volte – osserva l’esponente centrista – i ‘tifosi’ fanno danni e tra essi si annoverano gli infiltrati dell’ultima ora. Le scelte delle prossime ore segneranno profondamente il futuro della sanità sarda, e non solo. Spostare l’assegnazione di posti letto, assegnare delle specialità, definire il costo a carico del bilancio regionale e i tetti di spesa, comprendere le ricadute nel territorio, definire che la nuova ricerca deve essere stimolo e valorizzazione, non mortificazione dell’esistente, sono i temi da affrontare e i nodi da sciogliere”.
Capelli punta il dito contro “chi intende muovere le piazze a sostegno dell’investimento qatarino, (vedi Cappellacci), quando gli stessi nulla hanno fatto per consentire la realizzazione del progetto. E’ del 2012 la norma approvata dal Consiglio regionale che apriva le porte alla soluzione; norma che se applicata entro il 2013 (il Patto per la salute 2014 ne ha vanificato l’applicazione) avrebbe risolto gran parte dei problemi”.