La condanna di Salis e gli incubi del Palazzo: per salvarsi non basta presentare le ricevute

Adriano Salis è il primo consigliere regionale condannato per peculato. Ma la sentenza contro l’ex dipietrista ha molto più che un valore simbolico. Il verdetto contro Salis sembra lo specchio dell’orientamento che sta seguendo la Procura di Cagliari: non basta che gli onorevoli producano fatture per un importo pari a quello contestato dal pm Marco Cocco, titolare della doppia inchiesta sui fondi ai gruppi. I consiglieri devono dimostrare «attinenza» (questa è la parola usata dal pubblico ministero durante il processo) tra le spese sostenute e l’attività politica. Diversamente tutto viene considerato peculato.

Ci vorrà almeno un mese perché il gup Cristina Ornano depositi le motivazioni della sentenza di condanna a Salis. Ma in Consiglio regionale serpeggia la sensazione che quel verdetto segni gli sviluppi giudiziari futuri, e sono cinquantasei gli onorevoli finora indagati. A Salis, il pm aveva contestato 62.773 euro di spese sospette: l’onorevole ha prodotto ricevute di pagamento per un importo superiore, pari a 72mila euro. Nel dettaglio, l’ex dipietrista ha allegato fatture dei compensi a collaboratori e addetti stampa, ma anche quelle di pranzi e cene di lavoro.

Eppure il gup ha ritenuto che le pezze giustificative consegnate non costituissero prova di innocenza: Salis è stato condannato a un anno e otto mesi e interdetto, per un identico periodo, dai pubblici uffici. In buona sostanza, ha “vinto” la linea del pm Cocco che, peraltro, aveva sollecitato tre anni contro Salis. Ma a parte la minima riduzione della pena decisa dal gup, la strategia accusatoria del pubblico ministero non è stata né sminata né smontata.

Ma cosa vuole dire dimostrare l’attinenza tra spese sostenute e attività politica? Stando alle carte processuali, usare soldi pubblici per fare attività politica non significa portare gli elettori a pranzo o a cena semplicemente per spiegare loro i problemi. La Procura vuole relazioni sul tema al centro degli incontri conviviali, per esempio. Idem coi convegni. Sono graditi anche eventuali inviti, cartacei o telematici. Non solo: sempre stando a quanto emerso durante il processo con rito abbreviato, per il pm l’attività politica presuppone una programmazione di cui non sarebbe stata trovata traccia nei documenti consegnati da Salis.

Alessandra Carta

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share