Riforma sanità, c’è un solo vincitore: Oppi batte tutti su scorporo del Brotzu

Uno a zero. Uno è il gol fatto da Giorgio Oppi, agli alleati; zero è il punteggio incassato dal resto della coalizione, a cominciare dal presidente Christian Solinas che ha dovuto cedere allo strapotere del gran capo Udc. Il campo è quello della riforma della sanità che ieri ha ottenuto il via libera da parte del Consiglio regionale, introducendo una serie di novità. La più ghiotta, politicamente parlando, è lo scorporo del Brotzu che perde subito il controllo del Microcitemico, così come Oppi voleva.

Mettendo la bandierina dei partiti alle novità contenute nella riforma, con lo spacchettamento del Brotzu i primi a perdere fette di potere sono i Riformatori, che attraverso Paolo Cannas hanno in mano la gestione del più grande ospedale sardo attraverso Paolo Cannas. Adesso i liberal democratici sardi continueranno a tenere in mano le redini, ma su un perimetro che si riduce subito visto il passaggio del Microcitemico alla Asl 8. Ovvero l’azienda sanitaria di Cagliari controllata a sua volta dall’Udc di Oppi. Che si conferma il leader indiscusso del centrodestra sardo.

Ieri, al termine del voto in Consiglio regionale, tutti hanno detto qualcosa. Da Solinas al presidente del Consiglio, Michele Pais. Financo Matteo Salvini ha detto qualcosa sulla riforma su cui ha gioito pure l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu. L’unico zitto è stato Oppi, il vero vincitore della maratona in Aula. Il decano della massima Assemblea sarda ad agosto ha imposto lo stop all’approvazione del testo normativo perché c’erano contrari sul passaggio del Microcitemico alla Asl 8; ieri ha invece messo tutti in riga obbligando la coalizione a fare come volveva lui. Soprattutto Solinas si è visto costretto a scontentare i Riformatori (che se le sono legata al dito) pur di fare come ha detto Oppi.

E non è tutto. Il Bortzu, con molta probabilità, perderà pure l’Oncologico Businco che sembra destinato a passare all’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, per fare in modo che l’Ateneo del capoluogo aggiunga posti letto e mantenga l’accreditamento col Ministero, attraverso la facoltà di Medicina. Ciò significa evitare la perdita delle scuole di specializzazione, come in più occasioni ha ribadito la rettrice Maria Del Zompo.

La legge approvata ieri fa parte di una terna di norme ed è dedicata nello specifico alla governance della sanità. L’impostazione scelta è comunque verticistica. Tant’è: al posto dell’Ats, l’aAzienda per la tutela della salute, nascerà a breve l’Ares, l’Azienda regionale della salute. Tornano le otto Asl che il centrosinistra aveva ‘derubricato’ ad Assl. Viene mantenuta l’Areus, che coordinata il 118. Il Brotzu, seppure spacchettato, da polo sanitario più importante dell’Isola acquisisce il grado di Arnas, che significa Azienda di rilievo nazionale ad alta specializzazione.

L’Ares avrà il compito di gestire, per conto di tutte le Asl, gli acquisti, il personale, i rapporti, anche economici, con gli operatori privati. Una sorta di centrale unica sulla spesa e anche sugli inquadramenti dei lavoratori. Di fattio l’eredità principale dell’Ats, pensata dal centrosinistra nel 2016 proprio per uniformare anche i contratti di medici, infermieri, oss, tecnici e amministrativi. Le fasi 2 e 3 della riforma saranno la sanità territoriale e la rete ospedaliera. Ovvero l’assistenza spostata negli ambulatori, quando non si tratta di prestazioni urgenti e di pazienti acuti, e il riordino dei posti letto negli ospedali e nelle cliniche. (al. car.)

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