Riforma Regione, retribuzioni diverse per i dirigenti: accordo in maggioranza

Ruolo unico per i dipendenti regionanali di enti, agenzie, aziende istituti regionali e Corpo Forestale. Cioè un solo contratto. Ma c’è una deroga per quelli del Consiglio regionale che, invece, manterranno il loro. Ancora: verso l’archiviazione l’autovalutazione dei dirigenti. Vuol dire che anche le figure apicali saranno sottoposti a una verifica professionale sulla base degli obiettivi a partire dal 2015, con cadenza annuale e modulata in base alla responsabilità dell’incarico. Ciò significa retribuzioni diverse e non più indifferenziate, come avviene oggi. Sarà poi la Giunta a stabilire i criteri per il raggiungimento degli stessi obiettivi. Sono questi i primi due articoli della riforma della Regione, ovvero il dl di Gianmario Demuro, approvato dall’Esecutivo in estate e finalmente arrivato in aula dopo una lunga discussione in commissione Riforme, presieduta da Francesco Agus (Sel).

La maggioranza ha dovuto affrontare non pochi problemi al suo interno. L’articolo sui dirigenti, per esempio, è stato totalmente modificato da un emendamento sostitutivo che ha raccolto i contributi arrivati da tutti i partiti della coalizione. Nel nuovo testo normativo è stato anche deciso di affidare la valutazione dei dirigenti a un organismo unico, indipendente ed esterno che esprimerà una propria proposta alla Giunta o al competente organo dei singoli enti e agenzie.

L’accordo nel centrosinistra ha così portato al ritiro degli emendamenti che la maggioranza, dividendosi su alcuni temi, aveva presentato a più riprese. Restano solo quelli concordati all’unanimità e firmati da tutti i capigruppo. Al termine dell’esame della legge – previsto per questa sera – il centrosinistra presenterà un ordine del giorno che impegna l’Esecutivo regionale ad approvare un nuovo disegno di legge che tratti la materia del personale della Regione, recependo gli emendamenti della maggioranza ritirati in Aula.

Tra i contenuti del dl Demuro ratificato dal Consiglio anche il tetto massimo di direzioni generali che è fissato in 24, di cui sette in capo alla presidenza della Giunta. Ma questo non cambia la situazione attuale. La novità riguarda invece, il potere di riorganizzare gli uffici che passa all’Esecutivo attraverso il cosiddetto processo della delegificazione. Le direzioni generali, in buona sostanza, potranno essere soppresse dalla Giunta con un decreto del presidente della Regione, mentre oggi il potere è assegnato al Consiglio, quindi con una procedura più lunga. Via amministrativa anche per la modifica dei servizi (con decreto dell’assessore delle Riforme, stavolta), mentre le articolazioni organizzative di livello posso essere riassegnate con determina del direttore generale.

Sempre riguardo le figure apicali della Regione, nasce il Comitato di coordinamento delle Direzioni generali per dare un indirizzo univoco all’azione amministrativa fra le varie strutture organizzative. In buona sostanza, con questa norma la Giunta vuole colmare anche il vuoto di comunicazione che esiste attualmente. Il Comitato sarà presieduto dal governatore o da un suo delegato, ed esprimerà pareri su procedimenti che richiedono integrazioni anche intersettoriali e su esigenze organizzative.

Nasce anche la banca dati delle competenze di tutto il personale della Regione: i dipendenti dovranno inviare un curriculum e tutto il materiale sarà messo in rete. Questo per evitare il moltiplicarsi delle consulenze e degli affidamenti esterni. La banca dati servirà quindi per meglio per organizzare gli uffici, ma anche per affidare gli incarichi di coordinamento non dirigenziali. L’obiettivo è pure quello di monitorare la pianta organica, il fabbisogno formativo e la gestione delle risorse umane.

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