Regione, disavanzo più che dimezzato. Ma i giudici: “No ai Cda negli enti”

La Regione Sardegna resta ancora in una situazione di disavanzo (- 200 milioni nel 2020) ma è in netto miglioramento: dai 534,6 milioni del 2019 si è passati ai 200 del 2020, il che vuol dire un taglio del debito di 333,8 milioni pari al 62,4 per cento. Il dato è emerso dalla relazione sulla parifica del Rendiconto generale per il 2020 di cui oggi le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno pronunciato la regolarità. Si registra anche un disavanzo complessivo delle Aziende sanitarie pari a 32 milioni di euro: il dato però non è definitivo a causa dei ritardi nell’approvazione dei bilanci di esercizio delle Asl.

Premesso che “il percorso di armonizzazione contabile si è dovuto adattare alle problematiche dell’emergenza sanitaria da Covid 19”, i giudici evidenziano comunque delle criticità. Per esempio: la Regione non si è ancora dotata di un Collegio dei revisori dei conti, nonostante le ripetute segnalazioni formulate in occasione dei precedenti Giudizi di parificazione “con conseguente carenza dell’essenziale attività di controllo dell’organo e del necessario raccordo tra i controlli interni e quelli svolti dalla Corte dei Conti”.

Il giudizio per l’esercizio 2020 contiene anche una serie di auspici: il primo sul fronte della battaglia dell‘insularità affinché “lo Stato tenga nella giusta considerazione le specificità che derivano dalla condizione della Sardegna”. I giudici si dicono anche preoccupati per l’intendimento della Regione di ripristinare i Cda negli enti partecipati che comporterebbe “una moltiplicazione dei costi che nei precedenti esercizi avevano subito una riduzione con l’introduzione dell’amministratore unico”. Per quanto riguarda la spesa sul personale, “è in diminuzione rispetto al 2019: nel 2020 le assunzioni sono state inferiori a quelle programmate a causa dell’emergenza pandemica”.

Con riguardo al personale dell’Ufficio stampa del presidente della Regione, nella relazione si ricorda “l’esclusione dell’automatica applicabilità del contratto collettivo nazionale giornalistico”. Quanto agli aspetti finanziari della gestione, nel giudizio di parificazione la Corte fa presente che a fine esercizio 2020 sono state accertate entrate per 9 miliardi e impegnate spese per 7,9 miliardi, con un saldo positivo tra accertamenti e impegni pari a oltre un miliardo.

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