Regionali, ora la partita della Giunta Todde: i nomi degli assessori dipenderanno anche dalle Comunali

di Andrea Tramonte

La partita della Giunta Todde sarà legata strettamente a quella delle Comunali a Cagliari, Sassari, Alghero e – qualora il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, dovesse decidere di dimettersi – pure a quelle del capoluogo barbaricino. Una logica a pacchetto, volendo usare una sintesi. Le trattative per decidere chi diventerà assessora o assessore sono state rallentate dallo spoglio infinito post-voto e dalla mancanza di ufficialità della vittoria di Alessandra Todde – per quanto chiara, anche se con un margine ridotto rispetto a lunedì 26 febbraio -, in attesa della proclamazione degli eletti che non avverrà prima di una settimana. In questi giorni la neo-governatrice in pectore si gode la ribalta nazionale e darà una mano alla campagna elettorale per le Regionali abruzzesi: probabilmente userà il tempo a disposizione anche per riflettere sulla Giunta. A breve inizieranno i bilaterali con le forze politiche che la sostengono ma ci sono già dei punti fermi, almeno a livello di metodo. Le parole chiave sono: discontinuità, competenza e curriculum. Todde però non intende imporre niente ai partiti. Aspetta che siano loro a fare sintesi al loro interno e poi decidere collegialmente. Ma la discussione dipenderà anche da chi saranno i candidati o le candidate per le Comunali e da quali partiti li esprimeranno. 

Alcuni punti fermi: la vicepresidenza andrà sicuramente al Pd – che punta anche sulla presidenza del Consiglio regionale – e uno dei papabili è Giuseppe Meloni, il più votato dei Dem e secondo per preferenze a livello regionale dopo Desirè Manca del M5s. Non ci sono dubbi che anche la “grillina” sassarese siederà in Giunta, anche se una opzione potrebbe essere pure quella della presidenza del Consiglio qualora – ed ecco il tema degli incastri – il Pd dovesse esprimere la candidatura di una sua figura alle Comunali di Cagliari e Sassari. Un altro tema che filtra – nonostante al momento nessuno si esponga, in una fase che è interlocutoria e necessariamente “tattica” – è sempre legato al metodo: Todde non imporrà ai partiti regole come quelle legate a non eletti o consiglieri. Se un partito vorrà proporre come assessore un nome che non è riuscito a entrare in Consiglio regionale non ci sarà alcun veto da parte della presidente della Regione. Un tema, del resto, che potrebbe interessare anche al partito di Giuseppe Conte: uno dei papabili per la Giunta in quota M5s-A Innantis è Franciscu Sedda, intellettuale indipendentista che non è riuscito a centrare l’elezione ma è molto stimato da Todde. 

Poi c’è la questione della presenza delle donne: l’obiettivo è avere una Giunta metà e metà, inclusa Todde. E ancora quella del peso delle deleghe: l’assessorato alla Sanità – che il Pd avrebbe reclamato per sé – conta certamente più di altri. Un nome che circola per l’Urbanistica è quello di Luca Caschili di M5s, ex assessore comunale a Carbonia nello stesso settore e molto vicino a Todde. Cesare Moriconi potrebbe essere della partita: non si è ricandidato ma ha avuto un ruolo nella costruzione della campagna elettorale, coordinando il tavolo del programma. In queste settimane si sono fatti anche i nomi di Gavino Manca e Luca Sabatini in quota Dem. Certo bisognerà considerare la geografia in Consiglio regionale del Partito Democratico, che dà molto peso alla corrente riformista di Antonello Cabras con cinque eletti e a quella popolare di Paolo Fadda con tre: e i due leader avrebbero riniziato a parlarsi dopo che Fadda si era defilato dalle primarie che avevano portato all’elezione di Piero Comandini, allora sostenuto anche da Renato Soru

Intanto la partita delle Comunali a Cagliari parte ufficialmente con il tema che aveva diviso il campo progressista alle Regionali: quello delle primarie. Ad accendere la miccia il senatore Ettore Licheri, coordinatore del M5s in Sardegna, che ha definito le primarie “un metodo ipocrita: la politica si deve assumere la responsabilità delle scelte, come è successo con le Regionali”. Come è noto, l’ex sindaco di Cagliari, Massimo Zedda dei Progressisti, da mesi scalda i motori e si dice pronto a sostenere le primarie per tornare a palazzo Bacaredda. E’ noto anche che pure Comandini aspiri a fare il sindaco di Cagliari (ma si parla di lui anche come di possibile assessore o ancora come di presidente del Consiglio regionale). M5s non intende partecipare alle primarie e questo è un punto considerato non negoziabile. Come se ne uscirà? Probabilmente con un accordo che tenga insieme tutto, senza passare per le primarie. Sarà indicato Zedda come candidato oppure il Pd – dopo aver rinunciato a esprimere un candidato alla presidenza della Regione e a celebrare le primarie, a costo di una scissione sanguinosa – vorrà esercitare la volontà di esprimere una sua figura? Ma sulle parole di Licheri è intervenuto il segretario provinciale cagliaritano del Pd, Jacopo Fiori: “Ora, senza voler fare scatti in avanti e saltare alle conclusioni, mi preme ricordare che nel Partito Democratico le primarie sono un elemento costitutivo, previsto dallo Statuto. Possiamo parlarne, possiamo fare tutte le valutazioni specifiche del caso, ma ci vogliono prudenza, ragionevolezza e rispetto delle differenze e della storia politica altrui. È gradito il dialogo, meno le lezioni da qualsivoglia pulpito. Calma e gesso per tutti”.

Tra l’altro le Comunali a Cagliari per il centrosinistra sarebbero in discesa, specie dopo il risultato di Truzzu in città. La Lega punta a esprimere una sua candidatura in un momento storico in cui nel centrodestra non molti fremono per candidarsi alla poltrona di sindaco, temendo la sconfitta. I nomi che circolano al momento sono due: quello di Alessandra Zedda, che ha dato una mano alla Lega a fare le liste a Cagliari e forte del passo indietro rispetto alla sua candidatura alle Regionali per sostenere Paolo Truzzu; e poi Gianni Chessa, assessore uscente al Turismo, esponente Psd’Az, che da tempo sogna di diventare sindaco di Cagliari. 

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