Regionali, diktat di Schlein al Pd sardo: sostenere la Todde (M5s)

L’ordine delle segreterie nazionali è preciso e non sembra ammettere deroghe: non bisogna rompere l’intesa col M5s. Per questo la partita delle Regionali nel campo largo di centrosinistra, grillini e indipendentisti sembra andare in un’unica direzione: la candidatura di Alessandra Todde, ex sottosegretaria al Mise nel secondo Governo di Giuseppe Conte. C’è però un’incognita: quella di Renato Soru. L’ex presidente della Regione si sente in campo e vuole riprovarci. Ha chiesto le primarie, previste nello statuto del Pd ma che quasi sicuramente non ci saranno: i 5s non le vogliono e l’esigenza “romana” è quella di blindare l’alleanza. Ma non è detto che il fondatore di Tiscali faccia un passo indietro e rinunci alla candidatura, spaccando così il centrosinistra. Due segnali valgano su tutti: la figlia Camilla, consigliera comunale a Cagliari e vicinissima a Elly Schlein, si è esposta con un post insolitamente duro nei confronti del padre, chiedendogli di mettersi al servizio di un progetto collettivo e parlando esplicitamente di “irresponsabilità” e “tentativo personalistico”. L’altro segnale è che gli indipendentisti di Liberu insistono sulla figura di Soru. 

È quanto emerso dal tavolo della coalizione che si è svolta stamattina nella sede del Pd cagliaritano. Giulia Lai di Liberu ha proposto agli alleati una mozione per mettere ai voti il definitivo stop alle primarie, chieste con insistenza proprio da Soru. “Nessuno al tavolo ha voluto votare e questo significa che si è messo un pietra tombale sulle primarie – spiega all’Ansa Lai -. Si è invece fatto una discussione sui criteri per il candidato che sono stati definiti in un documento. Noi abbiamo posto la questione del diritto  dell’autodeterminazione del popolo sardo e continuiamo ad apprezzare che Renato Soru si sia candidato e che si sia messo a disposizione della coalizione”. E il leader di Liberu, Pier Franco Devias, oggi discuterà pubblicamente con l’ex governatore in un incontro pubblico a Nuoro intitolato “La Sardegna di oggi e del futuro“. Che sembra un ulteriore tassello della campagna elettorale di Soru. Intanto a Tramatza il Pd ha riunito i 60 delegati regionali per proseguire la discussione in vista delle Regionali. E il segretario dem Piero Comandini ha confermato il no alle primarie. “Anche se sono nel nostro Dna non è il momento delle casacche – ha detto -. Il Pd ha perso sfide elettorali per non essere riuscito a tenere unita la coalizione. Ora se vogliamo vincere non possiamo permetterci di non tenere unito il tavolo”.

La candidatura di Alessandra Todde insomma sembra acclarata, anche se – stando all’ultimo sondaggio Ixè – la grillina ha meno chance di strappare elettori al centrodestra rispetto a Graziano Milia. Del resto la candidatura del sindaco di Quartu – rimasta sottotraccia in questi mesi – presupponeva uno schema di gioco diverso: apertura al centro per contendere la guida della Regione a una destra che – nonostante il fallimento di Solinas, che pure continua a credere in un bis – rimane forte. E che se individuasse un candidato in grado di sparigliare avrebbe numerose chance di portarsi a casa le Regionali. C’è da considerare anche la spaccatura all’interno dell’elettorato piddino, che può trovarsi a disagio rispetto all’idea di votare un esponente grillino e potrebbe vedere in Soru una valvola per sfogare il dissenso rispetto all’accordo nazionale. E che dire poi dei Progressisti, che hanno sempre chiesto che il candidato o la candidata non venisse scelto a Roma? Il partito di Massimo Zedda è in movimento, come si è visto dall’annuncio del consigliere regionale di volersi ricandidare a sindaco di Cagliari. I Progressisti chiedono un accordo che tenga insieme anche le Comunali del capoluogo e quelle di Sassari. Il Pd, primo partito in Sardegna secondo i sondaggi, può rinunciare a esprimere un candidato alla presidenza della Regione o al Comune di Cagliari? A quanto pare sì: spunta fuori il nome di Gianfranco Ganau come nome della coalizione per le amministrative a Sassari.

Intanto la settimana prossima dovrebbe arrivare un nuovo sondaggio, commissionato dal centrodestra ad Alessandra Ghisleri. Tra i nomi “testati” c’è anche quello del direttore di Coldiretti, Luca Saba, corteggiatissimo dalla maggioranza. Il sondaggio Ixè parla di un tasso di gradimento per Saba molto alto. Sarebbe un nome della “società civile” in grado di sfondare al centro e attrarre consensi più trasversali rispetto a quelli di Todde. E se anche Soru scendesse in campo, la spaccatura del centrosinistra favorirebbe la sua vittoria. 

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