+Europa non guarda a “micromovimenti sovranisti” come il Partito dei sardi (Pds) con il quale “non possono esserci relazioni strette o larghe”. La chiusura alla formazione politica di Paolo Maninchedda in vista delle elezioni regionali di febbraio 2019, arriva direttamente dal vice coordinatore nazionale Bruno Tabacci e dall’ex deputato nuorese, Roberto Capelli, esponenti del Centro democratico che alle scorse Politiche si è alleato con +Europa di Emma Bonino. Nel suo blog “Sardegna e libertà”, Maninchedda aveva ricordato il progetto di convergenza nazionale targato Pds, un’idea che punta ad eliminare gli steccati delle coalizioni consolidate, per riunirsi attorno al tema di una costituente sarda. Soprattutto – anche in controtendenza rispetto a “un Pd che propone e ripropone il centrosinistra come orizzonte politico e culturale, un orizzonte più piccolo e diverso dal nostro che non ci interessa” – il segretario del Pds aveva elencato “i settori dell’elettorato progressista con i quali il dialogo è attivo e proficuo”. Tra questi i Riformatori, Forza Italia, Socialisti, Rossomori, Psd’Az, e, appunto, +Europa di Emma Bonino con cui, sottolineava Maninchedda, “abbiamo ormai una relazione stretta”. “Leggiamo con stupore le dichiarazioni del segretario Pds, non sappiamo con chi abbia parlato – scrivono oggi Tabacci e Capelli – peraltro, e il discorso non vale solo per il Partito dei Sardi, ma per tutte le forze politiche interessate a dialogare con +Europa, parlare di coalizioni, alleanze e candidature alla presidenza, almeno per quanto ci riguarda, non ha alcun senso se prima non si mette nero su bianco un progetto e un programma sulle cose da fare per la Sardegna”. Qui la risposta del Pds e Tabacci e Capelli.
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