“La questione dell’insularità della Sardegna deve essere inserita nella Costituzione italiana“. Lo chiedono i Riformatori annunciando, in una lettera al governatore Francesco Pigliaru, l’avvio da subito di una campagna per la raccolta di 10mila firme per chiedere un referendum regionale sulla falsa riga di quelli del Veneto e della Lombardia. L’obiettivo, anche se i tempi sono molto stretti, è allineare l’eventuale consultazione sarda con quelle delle altre due regioni, fissate per il 22 ottobre 2017.
Il partito di centrodestra spiega che l’inserimento dell’ insularità in Costituzione limiterebbe la portata “negativa” di tutta una serie di provvedimenti legislativi nazionali che oggi “penalizzano” l’Isola sul fronte delle risorse finanziarie, e a cascata porterebbe vantaggi per i cittadini in termini di infrastrutture, trasporti e quant’altro. Secondo il coordinatore Pietro Fois, “nel rapporto costi-benefici avremo più benefici: per questo motivo questa deve essere la madre di tutte le guerre”. “Vogliamo essere protagonisti e non più servi sciocchi”, sottolinea il consigliere regionale Michele Cossa, mentre il capogruppo Attilio Dedoni precisa: “così non dobbiamo più andare a pietire soldi a Roma con il cappello in mano”. “I sardi – chiarisce già in chiave referendaria il consigliere Luigi Crisponi – devono poter dire cosa vogliono”.