Province, arrivano i commissari: tre al Pdl, uno all’Udc e uno ai Fratelli d’Italia

Cinque caselle da riempire nel posto (al sole) delle Province commissariate. Cinque caselle formalmente “tecniche” – la funzione dei “commissari” nominati dalla Regione sarà quella di curare la transizione amministrativa – delle quali, però, già si parla in termini molto politici. Quelli che il Palazzo usa quando sono in corso le lottizzazioni: le distribuzioni di posti tra partiti alleati.

Lo schema della spartizione pare già delineato: tre commissari al Pdl, uno all’Udc, uno a Fratelli d’Italia. I cinque traghettatori delle province di Cagliari, del Medio Campidano, del Sulcis, dell’Ogliastra e della Gallura verranno scelti dal presidente Ugo Cappellacci. Pdl e alleati si rivedranno martedì per confermare lo scacchiere.

I PAPABILI. Eccoli qua, i commissari in pole position, quelli che la prossima settimana potranno sedersi nella prima (e unica) poltrona delle Province commissariate. In quota Pdl, si punta su due navigati del settore, entrambi cagliaricentrici, anche se uno – in tal caso – sarà costretto a una vita da pendolare. Fatto sta che, al momento, si chiacchiera su Francesco Cicero e Pietro Cadau. Comune denominatore: ex dirigenti nel Municipio del capoluogo sardo, ai tempi del sindaco Emilio Floris. Cicero, fresco di nomina (e di polemiche alla Comunicazione regionale, gli ultimi due anni li ha passati a fare il commissario in Gallura: prima ad Arzachena (per sei mesi), poi a Palau (un anno intero). Cadau, ex presidente di Abbanoa –  un profondo rosso stellare, roba da oltre duecento milioni -, ha guidato il Comune di Senorbì fino alle elezioni dello scorso maggio.  Cicero, inoltre, è il marito di Ada Lai, pure lei ex dirigente nell’amministrazione cagliaritana, pure lei fedelissima di Cappellacci, pure lei in Regione, al fianco del governatore, come Capo di gabinetto.

In quota Udc (o Giorgio Oppi che dir si voglia), il più papabile è Antonello Ghiani, due volte commissario per volere del leader centrista, sia a Oristano che a Iglesias.

I TEMPI. Date certe sulle nomine non ce ne sono. Ma è davvero questione di giorni. Infatti: la leggina approvata oggi dal Consiglio regionale non è ancora in vigore, perché non pubblicata. Ma siccome la proroga degli enti messi sotto tutela scade domenica 30 giugno, è ovvio che Cappellacci dovrà chiudere in fretta la partita. Al massimo mercoledì, si ipotizza nel centrodestra. Se così fosse, da lunedì e sino a quando i commissari non entreranno in carica, saranno i presidenti provinciali uscenti a gestire l’ordinaria amministrazione.

SCENARIO POSSIBILE. Se, come pare, al Pdl andranno tre posti, oltre a quelli di Cicero e e di Cadau (nel caso, ovviamente, in cui venissero davvero scelti), andrebbe aggiunto un altro nome. La quarta casella, quella destinata all’udc, sarebbe riempita da Ghiani. Mentre per la quinta, Fratelli d’Italia, ancora non si fanno nomi.

Di certo i Riformatori non balleranno il valzer delle nomine. L’ha detto per tutti Michele Cossa, vicepresidente del Consiglio regionale e coordinatore sardo dei liberal democratici. «Non siamo interessati – spiega – al alcuna spartizione. I commissari li indicherà il presidente Cappellacci, il quale dovrà puntare su professionisti di specchiata moralità. I sardi, a maggio 2012, hanno scelto di abrogare le Province, non di assistere a meccanismi di lottizzazione».

Cossa non trascura la clava dell’incostituzionalità che stanno brandendo nel Pd: «Non mi risulta che la leggina approvata dall’Aula vìoli la nostra Carta nazionale. Semmai è il contrario. Finora, sono stati respinti tutti i ricorsi che mettevano in dubbio la legittimità del referendum abrogativo. I ricorsi sono stati presentati sia in sede amministrativa che civile».

CAPOGRUPPO PDL. In Aula, stamattina (ma non da oggi), è toccato a Pietro Pittalis tenere compatto il centrodestra. Missione riuscita, per il leaderpidiellino, sebb ene il voto sia stato abbastanza equilibrato (38 “sì” ai commissariamenti e 30 “no”). Pittalis non tradisce fretta: “Prima di fare le nomine, bisogna pubblicare la legge. C’è ancora qualche giorno di tempo. Di sicuro, noi consiglieri regionali abbiamo esaurito il nostro primo compito, rendendo effettiva la volontà popolare di un anno fa. Adesso da mercoledì siamo di nuovo tra i banchi, per lavorare alla riforma complessiva degli enti locali». Pittalis apre al dialogo con l’opposizione: «All’elaborazione di testi normativi così complessivi devono concorrere tutte le forze politiche”.

Alessandra Carta

 

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