Altre grane nel Pd: Soru chiede 6 nomi, ma alleati e minoranza non glieli danno

Nasce monca la segreteria del Pd sardo: solo Soru indica i propri componenti, 4 su 10. Gli alleati e la minoranza prendono tempo.

Barbara Argiolas, Luca Clemente, Mauro Coni e Andrea Murgia. Sono loro i primi quattro componenti della nuova segreteria regionale del Pd. Li ha scelti Renato Soru, in quota soriana, nel giorno in cui si sarebbero dovuti decidere dieci nomi in tutto. Invece il segretario, che voleva chiudere subito la partita, è stato lasciato solo sia dagli alleati che dalla minoranza. Con gli uni e gli altri che hanno rimproverato a Soru la mancata apertura di un confronto allargato, malgrado all’appello del leader sardo alla costruzione di una segretaria unitaria. I toni, comunque, non si sono mai sollevati.

Parlare di strappo nel Pd è azzardato. Di certo, dopo lo scontro di una settimana fa a Sanluri sulla composizione della Direzione (uno scontro tutto interno alla maggioranza), oggi per un verso è andata pure peggio. Perché le componenti di Antonello Cabras e di Paolo Fadda si sono direttamente rifiutate di seguire la tempistica imposta da Soru e hanno deciso di indicare i propri componenti nella segreteria solo in un successivo momento. Il segnale di pace è stato che le aree di Cabras e Fadda hanno votato a favore dei quattro soriani. Astenute invece le due correnti che formano l’opposizione, quelle di Ignazio Angioni e di Thomas Castangia.

Insomma, a venir fuori alla Direzione di Oristano è il tentativo degli alleati di Soru di far passare un messaggio che ha per destinatario lo stesso segretario: scelte concertate e non leadership. Che poi è la stessa contestazione che gli alleati di Soru gli facevano quando era governatore. Ma Soru, dal canto, ha dimostrato ugualmente di non volersi piegare alla volontà degli alleati. E sebbene sia irrituale eleggere a pezzi una segreteria, l’europarlamentare non è tornato indietro e ha nominato i suoi.

Quanto alle deleghe assegnate, Argiolas, assessore al Turismo e alle Attività produttive nella giunta di Massimo Zedda, si occuperà di Organizzazione ed Eventi. A Clemente sono state affidate invece l’Organizzazione dei circoli e la Comunicazione. Coni si occuperà di Trasporti, di cui è titolare anche nel Comune di Cagliari (da collega di Argiolas). A Murgia, funzionario a Bruxelles, da sempre soriano e candidato coi civatiani alle primarie 2013 per la scelta del leader di coalizione alle Regionali, è andata la delega ai Fondi comunitari. Questo in attesa che si conoscano anche i nomi degli altri sei componenti della segreteria.

E a proposito di civatiani, Castangia legge così la Direzione di oggi. “Noi – spiega – ci siamo astenuti perché abbiamo apprezzato l’apertura di Soru alla costruzione di una segreteria unitaria. Ma solo nei prossimi giorni si capirà se ci sono i margini per raggiungere l’obiettivo”. I civatiani hanno poi incassato il benplacito di Soru su una mozione sulla servitù militari. L’ha presentata il neo eletto Marco Meloni per chiedere che venga confermato l’impegno della giunta di Francesco Pigliaru “sulla progressiva riduzione delle basi militari in Sardegna”.

Il dibattito di oggi è stato allargato anche alla sede del partito: dal 2007, anno in cui il Pd è stato fondato, il quartier generale è l’edificio di via Emilia a Cagliari, palazzo che un tempo ospitava i Ds. Ma Soru ha deciso di cambiare e questo non convince gli alleati.

I soriani motivano il trasferimento con la necessità di dare un segnale di discontinuità culturale. Ma Yuri Marcialis, un fedelissimo di Angioni, ha contestato il ragionamento, sostenendo che “il Pd ha la sua forza nelle tradizioni politico-culturali e, in ogni caso, è quantomeno contraddittorio voler la discontinuità per via Emilia e non anche per tutte le altre sedi del partito”.

Lo stabile di Cagliari è proprietà della Fondazione Berlinguer che al Pd sardo lo affitta per un canone di circa 5mila euro annui (bel al di sotto dei prezzi di mercato). Soru sembra intenzionato a trasferire la sede regionale in via Barone Rossi, si dice in uno spazio di soli 300 metri quadrati. Ma gli alleati vogliono capire quanto costerà l’affitto, perché in caso di una cifra superiore ai 5mila euro non accetteranno. Anche in virtù del fatto che nel Pd sardo due persone sono state messe in cassaintegrazione.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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