Pd, anche in Sardegna tutti pazzi per Renzi

È passato meno di un anno, ma politicamente sembra trascorsa un’era geologica. Alle primarie del centrosinistra di fine 2012, la Sardegna si schierò massicciamente per Pierluigi Bersani, relegando il rottamatore Matteo Renzi al ruolo di comparsa, battuto in alcuni casi, come a Cagliari, anche da Nichi Vendola.

Il ballottaggio fu, nell’Isola come altrove, senza storia e l’allora segretario Pd si guadagnò il biglietto per il disastro delle elezioni politiche di fine febbraio. L’8 dicembre il Partito democratico sceglierà il nuovo segretario e questa volta il sindaco di Firenze sembra intenzionato a prendersi la sua rivincita, anche nella Sardegna finora insensibile al suo fascino. Sarà anche per quello che Renzi avrebbe inserito anche il Sulcis tra le tappe simbolo del suo nuovo giro d’Italia e nonostante manchi la conferma, i suoi sostenitori sardi ci sperano parecchio.

La base di partenza è il 23% preso al primo turno delle primarie dell’anno scorso, ma questa volta Renzi sembra poter
contare su truppe più numerose, specie all’interno del partito. Nel 2012, infatti, quasi nessuno dei big democratici si schierò con il sindaco di Firenze, tranne i consiglieri regionali Chicco Porcu e Gavino Manca. Il resto della campagna fu gestito da un gruppo di volontari che si trovarono davanti un partito monolitico, che dal segretario Silvio Lai in giù, sembrò
ritrovare per alcuni mesi l’unanimità dietro Bersani.

Ora le cose sono molto cambiate e paradossalmente i “renziani della prima ora” devono guardarsi dai nuovi sostenitori dell’ex rottamatore, in alcuni casi nemmeno tanto graditi. “Certo può esserci il rischio che alcuni volti vecchi della politica possano danneggiare la campagna di Matteo, spiega uno dei primi renziani in Sardegna Emanuele Armeni, ma non ci preoccupiamo. Chi si avvicinerà in maniera strumentale, solo per salvare la faccia, si squalificherà da solo. Noi siamo disponibili a lavorare solo con chi vuole partecipare ad un progetto”.

L’ultimo caso, abbastanza clamoroso, è stato quello del presidente della provincia di Nuoro Roberto Deriu, che si è detto
deciso a sostenere Renzi. Ma repentini sono stati anche gli spostamenti di esponenti di primo piano come il lettiano Francesco Sanna o la veltroniana Caterina Pes, in passato piuttosto polemici con il sindaco fiorentino. Verso Renzi dovrebbe approdare, in linea con la sua area politica (Areadem di Franceschini) anche la candidata presidente Francesca Barracciu, mentre si è già schierato il deputato di Olbia Giampiero Scanu, anche lui ex convinto bersaniano. Altri big, come Paolo Fadda, pare stiano prudenzialmente tenendosi in disparte, mentre su Renzi dovrebbero convergere anche Renato Soru e Marco Espa.

Spostamenti che non turbano un altro renziano della prima ora come Chicco Porcu, che pur riconoscendo a se stesso e agli
altri renziani “di avere capito prima come sarebbe andata a finire con Bersan candidato premier”, invita a non affezionarsi all’idea di essere stati dalla parte giusta dall’inizio, ma di puntare ad un progetto più generale. “Io credo che i sostenitori di Renzi debbano avere un atteggiamento accogliente, perché questi spostamenti sono inevitabili se si vuole passare da minoranza a maggioranza. Quello che sta succedendo in Sardegna rispecchia bene o male gli equilibri a livello nazionale, con l’indicazione di Areadem e di una parte dei Lettiani verso Matteo”. Porcu è semmai preoccupato dall’appoggio di facciata “Non vorrei che questi endorsement fossero solo annunci per finire sui giornali e non venissero poi accompagnati da un impegno sui territori, Perché tutti pensano che Renzi abbia già vinto, ma in realtà la sfida è tutta ancora da giocare. E soprattutto nei circoli, il risultato in Sardegna è tutt’altro che scontato”.

Perché le regole delle primarie Pd prevedono due fasi e solo la seconda, quella dell’8 dicembre, sarà aperta a tutti. Prima ci sono le consultazioni riservate agli iscritti, con i circoli che dovranno scegliere i delegati da mandare alla convenzione nazionale, che poi indicherà le tre candidature per le primarie “aperte” dell’8 dicembre. Dal 7 al 17 novembre si esprimeranno solo gli iscritti e lì il muro da scalare sarà notevole, perché nonostante alcune defezioni, il blocco centrale del partito democratico in Sardegna, a partire dal segretario e dalla maggior parte del gruppo in Consiglio regionale, sembra ancora contrario a Renzi e disposto a convergere invece su Gianni Cuperlo. Cioè sul candidato che piace di più a Pierluigi Bersani.

Alberto Urgu

 

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