Patto di stabilità, la destra occupa il Consiglio. La sinistra: “Una pagliacciata”

Tutti con la maglia dei Quattro Mori. Questa la protesta organizzata dai consiglieri del centrodestra contro l’accordo sul pareggio di bilancio.

Il centrodestra ha occupato l’Aula del Consiglio regionale per protestare contro l’intesa raggiunta da Stato e Regione per il pareggio di bilancio dal 2015 e le maggiori spese concesse per quest’anno pari a 364 milioni di euro. Gli esponenti delle opposizioni, indossando una maglietta con i Quattro Mori, si sono seduti tra i banchi della Giunta. Seduta sospesa e immediata convocazione della conferenza dei capigruppo, proprio a seguito dello sventolio di bandiere. Il centrodestra ha chiesto lo slittamento dei lavori dell’Aula a domani.

Va ormai avanti da giorni lo scontro tra la maggioranza guidata da Francesco Pigliaru e la minoranza. Già nella seduta della scorsa settimana, in Aula l’ex governatore Ugo Cappellacci aveva chiesto a Pigliaru di conoscere i termini dell’accordo siglata a Roma lunedì 21, proprio dal presidente della Regione. Era seguito uno scambio di frecciate a cui Pigliaru aveva risposto così: “In cinque anni l’ex governatore non ha ottenuto un euro in più sul patto di stabilità“.

A dividere i due schieramenti il fatto che nell’intesa è prevista la rinuncia, da parte della Regione, di tutti i ricorsi presentati contro lo Stato in materia finanziaria. Sono relativi agli anni 2011, 2012 e 2013, e si tratta quindi di battaglie legali aperte dal centrodestra. Questo pomeriggio la decisione di protestare in maniera scenica in Aula, indossando le magliette con i Quattro Mori. Per la minoranza, “questa Giunta ha svenduto la Sardegna”, come hanno ripetuto i consiglieri del centrodestra”.

Intanto sull’occupazione dell’Aula arriva il commento di Pietro Cocco, capogruppo Pd. “Mentre l’attuale Governo regionale, presieduto da Francesco Pigliaru e con l’appoggio di tutto il centrosinistra, è riuscito ad ottenere il risultato straordinario di portare la Sardegna dal 2015 fuori dai vincoli del patto di stabilità che consentirà di rilanciare le politiche sociali e di risanamento della nostra Isola e l’inizio della ripresa economica, il centrodestra dopo 5 anni di fallimento, non avendo argomenti di sostanza da contrapporre e non avendo neanche il pudore di tacere, ha inscenato durante i lavori del Consiglio una suggestiva ed inutile pagliacciata fatta con azioni di disturbo e provocazioni verbali“. Cocco sottolinea: “Il loro obiettivo è quello di bloccare le riforme e le leggi che questa maggioranza vuole rapidamente approvare. Il comportamento della minoranza è vergognoso e al limite della decenza. È veramente ridicolo vedere Cappellacci occupare i banchi della Giunta dopo averli occupati per 5 anni senza combinare“.

Una nota l’ha mandata anche Cappellacci: “L’accordo raggiunto con lo Stato – si legge – non è un grande risultato perché il pareggio di bilancio è una modifica della Costituzione che si applicherà a tutte le regioni italiane e noi abbiamo anticipato qualcosa che sarebbe stato possibile solo sulla base di specifiche norme di attuazione. Per ottenere questo abbiamo fatto delle rinunce, tra queste quella di accertare noi stessi le entrate che per il 2015 saranno inferiori rispetto al 2013″.

Secondo il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas, “purtroppo prendiamo coscienza che il cammino sull’indipendenza della Sardegna è ancora lungo”. Daniele Cocco (Sel) ha invece difeso l’accordo: “La Sardegna non è stata svenduta e nessuna bandiera sarda è stata regalata”. Di “stupore e preoccupazione” ha parlato il capogruppo Udc Gianluigi Rubiu, che vede nell’intesa “più che una patacca, un vero atto di sottomissione nei confronti di uno Stato tiranno che vuole demolire l’autonomia dell’Isola”. Così Emilio Usula (RossoMori): “La conseguenza di quest’accordo è l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate”. Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia): “Questa intesa è una sconfitta, è un accordo al ribasso”. Efisio Arbau (Sardegna Vera) ha detto, sempre in appoggio all’Esecutivo: “Abbiamo intrapreso una sfida difficile e la assumiamo tutta, mentre il possibile sviluppo dell’accordo è discutere degli accantonamenti per togliere i vincoli agli enti locali”.

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