Olbia, il giallo del Pd a colori: 98 tessere su 618 intestate a stranieri

Spunta un giallo bis sui tesseramenti 2014 nel Pd sardo: dopo il caso di Nuoro, a Olbia si è iscritta al partito una valanga di stranieri: 98 su 618.

Spunta un giallo bis sui tesseramenti 2014 nel Pd sardo: dopo il caso di Nuoro, con oltre 150 iscrizioni sospese dalla Commissione nazionale di garanzia perché pagate con un unico bonifico, ecco gli stranieri che quest’anno si sono tesserati a Olbia: una valanga, ben 98 su 618. Ovvero, il 16 per cento degli iscritti, roba che fa del Pd gallurese una sezione davvero cosmopolita, un modello di integrazione a cui il segretario-premier Matteo Renzi dovrebbe guardare.

A Olbia girano gli elenchi su quei 98 nomi di immigrati, comunitari e non, che hanno scelto il Pd cittadino: arrivano per la maggior parte dal Senegal e dal Pakistan, ma ci sono anche tesserati rumeni. La fascia dei trentenni è la più numerosa. Costo dell’iscrizione: 15 euro.

Nel Pd, le luci della ribalta si sono accese d’improvviso sulle tessere perché solo gli iscritti possono votare i nuovi coordinatori cittadini e provinciali: le urne sono già aperte a Cagliari e Oristano, e per tutti si chiuderanno il 12 ottobre. Poi spazio solo alla corsa regionale, quella delle primarie, per scegliere l’erede del leader, Silvio Lai. Ma in questo caso potranno votare anche i simpatizzanti.

Di certo, il caso di Olbia va raccontato – su Facebook un post l’ha già scritto il dirigente provinciale Andrea Viola – perché è intrinsecamente foriero di una spinta finora sconosciuta, non solo in Sardegna, ma in Italia. Intanto: i 98 immigrati tesserati sono stati avvicinati al Pd da gennaio ad agosto, quindi in appena 8 mesi. E questo da solo è un successo, visto che per gli italiani vale l’esatto contrario: la tendenza è fuggire dai partiti, su cui si ripone scarsa fiducia.

La cosa sorprendente è che davanti a un risultato così storico, la segretaria Corda non abbia pensato di convocare una conferenza stampa per rendere pubblico il traguardo raggiunto dalla sua sezione. Eppure lei fa anche parte dell’Assemblea nazionale, insomma non è una neofita della politica.

Dagli elenchi dei tesserati a Olbia, si coglie un altro elemento: la passione per il Pd ha riguardato intere famiglie di stranieri. E viene da dire una voglia di partecipazione contagiosa, in perfetto stile Gaber.

Di certo la Corda, il cui telefono oggi è staccato, dovrà rispondere su tutto a una domanda: come è riuscita a coinvolgere in politica i giovani nati negli anni Novanta e arrivati dal Senegal probabilmente per fuggire alla miseria del loro Paese?

Sullo sfondo dei numeri olbiesi, resta la grande guerra interna: a maggio 2013, quando la Corda venne eletta, i democratici del capoluogo gallurese si divisero. Da una parte il deputato Gian Piero Scanu e l’ex consigliere regionale Pier Luigi Caria; dall’altra l’area dell’ex assessore regionale Nardino Degortes. I primi due uscirono vittoriosi dal congresso piazzando la Corda alla segreteria. I secondi non si presentarono nemmeno. E anzi: sulle regole scelte chiesero aiuto alla Commissione regionale di garanzia che non intervenne, ma il cui presidente, Francesco Sitzia, proprio sull’onda dello scontro aperto in Gallura, decise di dimettersi. I segni di quella spaccatura ci sono anche sugli elenchi degli iscritti: nel 2014 il gruppo Degortes si è tesserato online. E si tratta di una modalità esplicitamente indicata sui tabulati del partito.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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