Ciascuno dei 60 consiglieri regionali della Sardegna può assumere un segretario particolare al costo di 56mila euro lordi all’anno. È questo il paradosso della legge 2 del 9 gennaio 2014, con la quale nella precedente legislatura l’Assemblea di via Roma ha cancellato i fondi ai gruppi in nome del risparmio (e dell’inchiesta aperta dalla Procura di Cagliari sul presunto peculato). Ma sino ad allora la spesa per lavoratore non poteva superare i 41mila euro. Cioè, il 26,78 per cento in meno.
La legge 2 ha sostituito la 37 del ’95 che fissava anche un’altra soglia meno onerosa: un contratto ogni tre consiglieri, e un costo, appunto, di 41mila euro all’anno a dipendente, sempre lordi. Con la 2 del 2014, invece, il rapporto è diventato 1 a 1 per una maggiore spesa di 15mila euro all’anno a lavoratore.
Il personale in questione è quello che tecnicamente si chiama “comandato”, ovvero in mobilità da un’altra pubblica amministrazione. Con la legge 2, chi si sposta in Consiglio regionale viene inquadrato come categoria D, posizione economica 5. Da funzionario. Di qui i 56mila euro. Lo si legge al comma 1 dell’articolo 8. La somma è classificata come “una sovvenzione annuale per la copertura dei costi relativa al personale”. Con una regola: la gestione delle risorse è affidata direttamente agli uffici di via Roma, il denaro non viene più maneggiato dai singoli consiglieri.
Dietro il paradosso del mancato risparmio c’è il decreto Monti numero 174, quello sui costi della politica: l’Aula di via Roma lo ha dovuto recepire per evitare tagli alle entrate della Regione, ma assicurando “lo svolgimento dell’attività istituzionale” a tutti i rappresentanti dell’Assemblea, è scritto ancora nella legge 2.
Basta fare due conti per capire che i costi sono aumentati anziché diminuiti, almeno sulla carta. Infatti: 56mila euro all’anno per 60 consiglieri fanno 3 milioni e 360mila euro che, moltiplicati per la durata quinquennale della legislatura, vogliono dire 16 milioni e 800mila euro. Invece: nel 2012, come risulta dal bilancio annuale di via Roma, l’unico online sul sito del Consiglio regionale, per il personale in comando i gruppi avevano speso 1.598.453,03 euro. Cioè il 225 per cento in meno.
Va precisato che con la legge 2 ai partiti dell’Aula sono state vietate le assunzioni a tempo determinato di persone che non lavorano già in una pubblica amministrazione. Insomma, niente più contratti a progetto che venivano decisi liberamente dai gruppi e sono costati nel 2012 485.864,17 euro.
Ma anche sommando le due voci, cioè personale distaccato e Co.co.co, si arriva a 2.084.317,2 euro. Significa ancora 1.515.682,8 euro in meno rispetto al costo generato dalla legge 2. Vero è che sul totale del bilancio consiliare c’è una riduzione, perché i fondi dei gruppi comprendevano anche spese di cancelleria, attività di studio, viaggi e missioni. Ma alla fine il saldo sarà minimo, sotto i 150mila euro in cinque anni. Nel 2012, infatti, la spesa dell’Aula è stata di 3.741.387,74, mentre in questa legislatura solo il costo per il personale rischia di raggiungere i 3 milioni e 600mila euro.
Alessandra Carta
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