Marcia indietro dopo la “lotta dura”: ritirati gli emendamenti-barzelletta

Ecco una raccolta dei “migliori” emendamenti-barzelletta presentati dal centrodestra all’assestamento di bilancio e poi ritirati.

Ecco una raccolta dei “migliori” emendamenti-barzelletta presentati dal centrodestra all’assestamento di bilancio, richieste di modifica fotocopiate in 84.100 pagine fino a rallentare per due giorni i lavori del Consiglio regionale (mercoledì e ieri). Poi la marcia indietro decisa dalla stessa opposizione, col ritiro di quegli emendamenti, anche perché nulla avevano a che fare con la materia finanziaria. L’esame della manovrina da 216 milioni riprenderà martedì e si dovrebbe arrivare al voto finale.

Il record dell’assurdo va ai Riformatori con Attilio Dedoni, Michele Cossa e Luigi Crisponi. Hanno presentato 60 emendamenti in cui hanno chiesto di sostituire una stessa voce in altrettanti modi. Quindi: rispetto ai “34.270.000 euro” iniziali e scritti al comma 3 dell’articolo 1, sono andati a scalare da 34.216.000 euro a 33.770.000. Inserendo appunto sessanta cifre diverse. Alle loro richieste di modifica è stato dedicato quasi un tomo di quelle 84.100 fotocopie fatte mercoledì da 10 messi dell’Aula costretti allo straordinario.

Oscar Cherchi, ex assessore all’Agricoltura, ha sollecitato il cambio della parola “disposizioni” con “norme“, nel titolo dell’articolo 1. L’emendamento lo hanno sottoscritto dai colleghi di Forza Italia Marco Tedde, Ignazio Locci, Giuseppe Fasolino, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Stefano Tunis ed Edoardo Tocco.

In quota Udc, i consiglieri Gianluigi Rubiu, Giorgio Oppi, Giovanni Battista Tatti e Giuseppino Pinna hanno chiesto di cambiare le parole “dello Stato” con “statale“, sempre al comma 3 dell’articolo 1. Gli stessi esponenti dell’Assemblea hanno poi invocato, per il comma 4, di sostituire “al fine di” con “per“. Nello stesso comma hanno richiesto anche altre due correzioni: cambiare “garantire il rispetto” con “rispettare” e “dei debiti commerciali” con “degli oneri passivi verso i fornitori“.

Ancora: Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) e Modesto Fenu (Movimento Zona Franca) hanno proposto di cancellare la parola “complessivamente” dal terzo comma dell’articolo 1. Uno stesso emendamento lo ha presentato Dedoni con i colleghi dei Riformatori.

Sempre a firma di Truzzu e Fenu, c’è anche questqa richiesta di modifica: “All’articolo 1 comma 4, la parola pagamento è sostituita con corresponsione“. Al comma 5 la richiesta è cambiare da “correlata” ad “associata“. Nello stesso comma, anziché “dei Comuni” è stato chiesto di inserire “degli Enti locali o amministrazioni civiche“.

Insomma, su queste correzioni si è arenato per due giorni il Consiglio regionale, in una battaglia senza esclusioni di colpi (e di locuzioni), mentre fuori dal palazzo di via Roma la disoccupazione è al 17,7 per cento (dato del secondo trimestre 2014).

Oggi il clima è tornato disteso. Tanto che Raffaele Paci, l’assessore al Bilancio, in una nota ha scritto: “Siamo a buon punto e procediamo rapidi verso l’approvazione definitiva dell’assestamento di bilancio. Questo grazie alla partecipazione di tutti e al senso di responsabilità dimostrato dall’Aula. Dobbiamo essere pienamente consapevoli che il momento è difficile e la situazione delicata. I vincoli di bilancio ci impongono di fare scelte coraggiose e strategiche per la crescita economica della Sardegna”.

Sulle 84.100 pagine di emendamenti interviene anche Michele Cossa che ha presentato un’interpellanza per passare al formato digitale. “Lo sto chiedendo dall’inizio della legislatura – dice l’esponente dei Riformatori -, non è accettabile che nel 2014 una commissione consiliare si areni per ore in attesa delle fotocopie. Oggi gli emendamenti si possono trasmettere in tempo reale anche da un tablet, lo stesso si deve succedere per la loro distribuzione ai consiglieri”. Il presidente dell’Aula, Gianfranco Ganau, ha già risposto a Cossa. È stato affidato agli uffici uno studio per la “completa digitalizzazione dell’Assemblea”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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