M5S, niente elezioni regionali e un’accusa: un “suicidio premeditato”

Il sospetto è pesantissimo: è il sospetto che la decisione di non partecipare alle elezioni Regionali sarde fosse stata già presa da tempo dai vertici nazionali del Movimento 5 Stelle. E che “lo staff” – come viene sinteticamente indicato il gruppo che ruota attorno a Gianroberto Casaleggio – abbia deliberatemente lasciato i grillini sardi in balia di se stessi, senza indicazioni precise, per attribuire alla loro “litigiosità” la mancata autorizzazione a utilizzare il simbolo. Tutto questo con la complicità dei due senatori che erano certamente a conoscenza dei problemi dell’Isola.

Un sospetto che trova fondamento in un indizio. Il discorso svolto da Beppe Grillo nel corso del “Vaffa day” dello scorso 1° dicembre quando il leader parlò esplicitamente dell’abolizione delle Regioni. In sostanza lo staff, con l’intento di assecondare questa prospettiva, avrebbe lasciato marcire la situazione in Sardegna. In effetti, che senso ha partecipare alle elezioni di un ente istituzionale che si vorrebbe abolire?

Non è un’ insinuazione lanciata dagli avversari del Movimento. E’ uno dei temi del drammatico dibattito tra i “grillini” sardi della prima ora. Quelli che facevano parte del movimento ben prima della straordinaria vittoria alle Politiche e che certamente non possono essere sospettati di essere degli “arrivisti” e dei “cacciatori di poltrone”.

Uno di loro, Roberto De Santis – che è stato uno degli l’organizzatore dell’ultimo tour di Beppe Grillo nell’Isola – si è dimesso da ogni carica all’interno dell’Associazione 5 Stelle di Cagliari e ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post durissimo. Nel quale – pur senza farne i nomi – attacca i due senatori eletti nell’Isola, Roberto Cotti (“il giacchettato arcobaleno”) e Manuela Serra (“la madonnina di Pirri”) – e li accusa di aver fatto fallire la presentazione alle Regionali “intervenendo pesantemente” benché avessero ricevuto l’indicazione di occuparsi della loro attività parlamentare.

“Da oggi – scrive De Santis – inizia la fase verità, quella vera, quella che i tanti attivisti veri hanno dovuto ingoiare vedendo degli emeriti incompetenti ed improvvisati in Senato, conquistandosi la poltrona con un pugno di voti nonostante lo spirito a 5 stelle indicasse che c’erano tante persone più competenti e più meritevoli, anche vista l’attività. Dovrete spiegare tante cose, molte di cui vergognarsi, l’aver ostacolato la lista di Iglesias, aver fatto fallire la presentazione alle Regionali intervenendo pesantemente benché vi avessero indicato chiaramente di occuparvi dei vostri compiti in Parlamento. La madonnina di Pirri ed il giacchettato arcobaleno invece li abbiamo visti all’opera anche ieri, a Riola, a pretendere la propria quota di poltrone in lista”.

E ancora: “Il fallimento della lista di oggi dipende essenzialmente da voi, dalle informazioni errate e surrettizie inviate. Questo non è il MoVimento 5 Stelle, voi non avete onorato gli attivisti del MoVimento 5 Stelle, continuate a non rispettare l’impegno di correttezza, trasparenza e lealtà. Prendetene atto e tornate a casa se avete un minimo di onore”.

De Santis non se la prende con Beppe Grillo, almeno per il momento. Attribuisce la responsabilità di quanto è accaduto, oltre che ai senatori sardi, allo staff nazionale (“più simile ad una azienda commerciale che ad una segreteria di un movimento”) e respinge totalmente, come falsi e pretestuosi, i contenuti della motivazione ufficiale della rinuncia a presentare liste nell’Isola.

Perché, per esempio – è una delle domande che circolano tra i grillini isolani della prima ora – impedire alla Sardegna di votare per i candidati alle Regionali sul portale nazionale, come è avvenuto in tutta Italia e come ha sempre indicato lo stesso Beppe Grillo? E’ una delle tante domande che attendono risposta.

Cosa accadrà adesso? Non è esclusa la possibilità che i 5 Stelle sardi trovino il modo per partecipare comunque alle elezioni. Tra i contrassegni depositati alla Corte d’Appello di Cagliari ce n’è uno che graficamente ricorda quello dei 5 stelle (anche se non si tratta di stelle ma di rose dei venti). Ma sono appunto 5 e c’è la parola “movimento”. E se fosse quel simbolo la bandiera della scialuppa su cui s’imbarcheranno i grillini sardi? Difficile. Ma c’è chi spera in un miracolo. E cioè che Beppe Grillo si renda conto di quanto è accaduto e sostenga proprio quel simbolo.

 

 

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