Lingua blu, il grande accusato per i vaccini è nel Cda dell’Istituto zooprofilattico

Romano Marabelli, il segretario generale del ministero della Salute (ieri si è autosospeso) nonché il grande accusato nell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma sui vaccini della lingua blu (avrebbero contribuito a diffondere il virus), è componente del Cda nell’istituto zooprofilattico della Sardegna. Per questo, “in attesa dei primi risultati di una verifica avviata dalla Regione Sardegna”, gli assessori dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e della Sanità, Luigi Arru, chiedono al dirigente ministeriale di dimettersi dal Consiglio di amministrazione dell’ente regionale.

Diventa sempre più grave – spiegano i due esponenti della giunta Pigliaru – il quadro che rivela l’inchiesta della Procura di Roma sull’intreccio di interessi che ruotano intorno ai vaccini che avrebbero dovuto combattere l’aviaria e la lingua blu. Ovviamente per la Sardegna e per la sua economia potrebbero essere centrali i risultati delle indagini che riguardano la lingua blu che ha colpito, soprattutto negli anni dal 2000 al 2004, gli allevamenti ovini dell’Isola”.

I due assessori hanno scritto ancora: “Quello che sta emergendo dall’inchiesta in corso, conferma e rafforza i timori più volte manifestati di fronte alla tragedia vissuta direttamente dagli allevatori negli anni in cui l’epidemia scoppiava. Dalle associazioni di categoria, da esperti, da alcuni politici fu lanciato allora un grido d’allarme perché era chiaro che qualcosa di drammaticamente anomalo stava accadendo. Un danno così ingente al patrimonio zootecnico sardo che in quindici anni la Regione ha dovuto stanziare solo per indennizzi, senza calcolare le spese per i vaccini, circa 170 milioni di euro“. Riguardo alla lotta contro la lingua blu gli assessori dell’Agricoltura e della Sanità puntano a un approccio nuovo che metta al centro la necessità di prevenire attraverso un serio piano sanitario. Intanto rassicurano tutti gli operatori: “Il vaccino in fase di utilizzo è completamente diverso da quello che avrebbe provocato l’inizio dell’epidemia.

“Le vaccinazioni attualmente in corso, dai monitoraggi effettuati, non stanno provocando danni”, sostengono la Falchi e Arru. “Le strutture della Regione – si legge ancora nella nota – si stanno comunque attivando per monitorare i sierotipi presenti attualmente e per programmare tempestivamente la prossima campagna di vaccinazione. È necessario infatti che i primi campioni dei vaccini siano a disposizione dall’inizio dell’anno in modo da garantire la possibilità di testarli sugli animali sardi consentendo agli allevatori di avere maggiori certezze”. Contemporaneamente, si sta procedendo al monitoraggio di altre patologie che sono state segnalate in più punti della Sardegna per individuare le migliori strategie di intervento preventivo.

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