Legge Casa, ostruzionismo del centrodestra: slitta il voto finale

La Legge Casa solo la prossima settimana sarà approvata. Riformatori e alleati hanno deciso di continuare a dare battaglia in Aula.

Slitta di sei giorni l’approvazione della Legge Casa: il voto finale arriverà solo mercoledì prossimo, anziché domani sera come inizialmente sembravano essersi accordati gli schieramenti.

Il centrodestra, invece, ha deciso di proseguire sulla strada dell’ostruzionismo. Ovvero, interventi su ogni articolo (e relativi emendamenti) ancora da discutere. “In tutti i modi – dice Michele Cossa (Riformatori) – stiamo cercando di impedire l’approvazione di una norma pessima che non solo non risolverà alcun problema, ma ne aggiungerà altri a cittadini e imprese”. A stretto giro, la replica di Pietro Cocco, capogruppo Pd in Consiglio regionale: “Davanti ai sardi, l‘opposizione si assumerà la responsabilità del ritardo. A differenza del piccolo Piano Casa prodotto dal centrodestra e ridotto a un mero aumento di volumetrie, la nostra legge recepisce anche tutta la normativa di contrasto al rischio idrogeologico”.

A ben vedere è scontro totale tra maggioranza e opposizione, anche se la legge nelle scorse settimane ha diviso la stessa coalizione di governo che, per esempio, è andata sotto sulle cubature nelle zone F. Di venerdì scorso il voto segreto che aveva fatto infuriare il presidente Francesco Pigliaru.

E proprio sugli scontri nel centrosinistra, Cocco sottolinea: “Il confronto interno non può che essere una nota di merito per ogni schieramento democratico. La forza di questa Legge Casa è proprio la sintesi venuta fuori dal lavoro dell’Aula, durante il quale sono state messe insieme le posizioni di tutti i gruppi”.

Il numero uno dei Dem in Consiglio divide la norma in due filoni. “Da una parte – spiega – abbiamo garantito ai cittadini la possibilità di nuove volumetrie, in tutte le zone. Dalle A (centri storici) alle E (agricole), ma senza compromettere il territorio. Il punto di equilibrio trovato è infatti il tetto massimo di cubature possibili che nelle zone B (completamento) e C (espansione) arriverà sino a 120 metri cubi (40 metri quadrati) in quei nei Comuni col Puc approvato”.

L’altro snodo normativo è “la salvaguardia del territorio, intorno alla quale costruiremo lo sviluppo della Sardegna. E in questo con fierezza ci differenziamo dal centrodestra: la nostra filosofia sul paesaggio non è certo il cemento fine a se stesso, come nel Piano casa scaduto a novembre”.

Non solo: Cocco allunga lo sguardo sulla nuova Legge urbanistica che “sarà votata da quest’Aula entro l’anno, in sostituzione di una normativa ormai obsoleta (il decreto Floris dell’89) e sulla quale l’attuale opposizione non ha mai sentito il dovere di intervenire. È evidente che le contestazioni mosse dall’opposizione sono prive di qualsiasi fondamento”.

Il giudizio di Cossa continua molto severo. “Questa legge – va avanti il liberal democratico – aggraverà il peso della burocrazia, a dispetto di quando va dicendo la maggioranza sulla semplificazione amministrativa introdotta”. Il consigliere dei Riformatori prende a esempio lo Sportello unico per l’edilizia: “Tra qualche mese conteremo le pratiche che resteranno bloccate, e saranno la quasi totalità. La norma introduce infatti l’automatismo delle denunce. Vuol dire che a ogni minimo sospetto di abuso edilizio, gli uffici tecnici comunali avranno l’obbligo di fare la segnalazione alle rispettive Procure territoriali. Di fatto, in nome di una velocizzazione che non ci sarà, viene allargato il campo dell’azione penale. Significa scoraggiare cittadini e imprese. E l’annunciato ossigeno per l’economia non arriverà”.

Fedele a questo orizzonte, nei giorni scorsi Cossa ha proposto alla maggioranza di fare “una norma unica sull’edilizia di rinvio al Testo unico nazionale. Del resto, non ha senso utilizzare la specialità autonomistica della Sardegna per complicare ulteriormente i procedimenti. La materia è già normata da regolamenti comunali, a cui vanno aggiunte le leggi regionali, il sopra citato Testo unico, più il Codice urbani, le norme sulla sicurezza e quelle sulla salute”.

Il liberal democratico cita pure l’articolo sui soppalchi (il numero 22), “altro esempio di norma assurda, perché introduce un diabolico conteggio tra superficie finestrata e quella coperta. Un cittadino che rischia di andare incontro a una denuncia penale per ricavare un piccolo spazio in casa propria, è evidente che ci penserà due volte prima di intervenire. O, peggio, c’è il rischio che aumenti l’abusivismo. Questa Legge Casa, a fronte di qualche minima volumetria aggiuntiva, è solo una somma di nuovi lacci e lacciuoli”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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