Latte in polvere, i pastori alla politica: “Tanto rumore per nulla”

“I nostri formaggi Dop non rischiano nulla”. Lo dice Felice Floris, leader del Movimento pastori sardi.

“Tanto rumore per nulla”. Felice Floris, il leader del Movimento pastori sardi (Mps), lo dice in premessa commentando la decisione Ue di imporre anche all’Italia la produzione di formaggi senza latte o con latte in polvere. Floris non fa giri di parole: “La politica sarda non ha capito nulla. Per le nostre produzioni non esiste alcun rischio, visto che sono Dop e quindi protette da rigorosissimi disciplinari comunitari. Il provvedimento della Commissione europea serve solo a commercializzare le eccedenze di latte, ricavandone anche polvere per evitare il loro deterioramento”.

Quindi non sono affatto preoccupati i pastori sardi, sebbene il primo a schierarsi contro l’Ue sia stato ieri il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, seguito a ruota oggi dall’assessore regionale Elisabetta Falchi. Martina, in un tweet, aveva scritto: “Su formaggi e latte in polvere no a diktat Ue”. E la Falchi: “La decisione della Commissione Europea suscita sdegno e rammarico. Oltre alla nostra diretta iniziativa di opposizione, proporrò alla Giunta regionale di dare massimo sostegno all’azione annunciata dal ministro di contrastare questa iniziativa del tutto ingiustificata e ingiustificabile”.

Floris appunta ancora: “Bisognerebbe studiare prima di sollevare inutili allarmi. L’Italia, per via di una legge del 1974, e la Grecia sono gli unici due paesi europei dove è vietata la produzione di formaggi con latte in polvere. La pratica è invece molto comune in Olanda e in Germania, perché lì ci sono di frequente eccedenze di latte vaccino da cui vengono ricavati formaggi di bassissima qualità, da sempre in commercio, ma che non sono in concorrenza coi nostri prodotti dop“.

Il leader del Movimento pastori si sofferma proprio sulla “Denominazione di origine protetta”. E dice: “La prima condizione per ottenere il marchio è usare solo latte locale, ragion per cui non ci potrà mai essere un Dop fatto con polveri provenienti da chissà quale altro Paese. Questo lo stabilisce la stessa Commissione europea che non ha d’improvviso perso la bussola sulla tutela dell’alta qualità”.

Le reazioni della politica sarda – a prendere posizione sono stati anche l’ex governatore Ugo Cappellacci e il deputato Mauro Pili – offrono a Floris lo spunto per un’altra sottolineatura: “Ciò che serve a noi pastori è una classe dirigente  capace di governare l’ottimo momento che attraversano i nostri formaggi. Pensiamo, per esempio, al Pecorino romano, il più quotato a livello europeo. Il prezzo è aumentato a causa delle esportazioni in America e dello scambio euro/dollaro a favore a quest’ultimo. Va considerata pure la bassa produzione di latte. Ma siccome si tratta di due variabili che possono facilmente mutare, è necessaria una politica che stabilizzi quanto più possibile il mercato”.

Floris chiude così: “In assoluto la possibilità di produrre polvere di latte non sarebbe un’occasione peggiorativa e anzi permetterebbe alla Sardegna di destagionalizzare le proprie produzioni anche in estate e in autunno. Come noto, infatti, i formaggi ovini si lavorano solo in inverno e in primavera, immettendo nel mercato quantità di formaggi a volte superiori rispetto alla domanda. Ciò un lato eviterebbe super produzioni e dall’altra permetterebbe di arrivare a una programmazione del settore spalmata finalmente su dodici mesi anziché concentrata su metà anno, con l’inconveniente delle super produzioni dei Dop”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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