La Nuova Sardegna a una cordata isolana? Le trattative sono in corso

La fusione tra Itedi, editrice de La Stampa e del Secolo XIX e il Gruppo editoriale l’Espresso potrebbe avere ripercussioni anche in Sardegna. Nello specifico si parla del destino della Nuova Sardegna, che potrebbe essere venduta ad un gruppo di imprenditori sardi o ceduta ‘in affitto’. Questo perché le norme non consentono ad un unico soggetto di controllare oltre il 20 per cento del mercato della carta stampata su base nazionale. Domanda: la nascita del colosso Stampa/Espresso rispetta questa percentuale? Pare proprio di no, come probabilmente confermerà l’Antitrust quando la fusione sarà formalizzata, nei primi mesi del prossimo anno. Ecco perché Il gruppo di Carlo De Benedetti dovrà fare delle scelte – leggi: sacrificare alcune testate locali – a partire da un paio di ipotesi. Una di queste ipotesi appunto coinvolge la storica testata sassarese.

Gli scenari. Quel che ad oggi sembra più probabile è la cessione di due delle diciotto testate regionali del Gruppo L’Espresso: Città di Salerno e Centro di Pescara. Ma se la manovra di ‘alleggerimento’ non dovesse essere sufficiente, ci sono tre opzioni. La prima: vendere Il Tirreno di Livorno, anche se la testata toscana è cara a Matteo Renzi e l’intestatario della tessera numero uno del Pd è pur sempre Carlo De Benedetti. La seconda opzione riguarda la cessione dei giornali veneti a partire dal Messaggero veneto. Un segnale in questa direzione è arrivato poche ore fa, quando da Roma hanno richiamato il direttore Tommaso Cerno, fresco di nomina alla guida de L’Espresso. Infine la terza ipotesi: vendere o ‘affittare’ La Nuova Sardegna.

Grandi manovre a Predda Niedda. Dell’operazione Nuova Sardegna si sta occupando il notaio sassarese Giovanni Maniga, marito dell’attuale assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras, amica e stretta collaboratrice dell’ex presidente della Regione Pietrino Soddu. E proprio il notabile Dc sta seguendo da vicino le grandi manovre da garante/supervisore. I beninformati raccontano che i primi abboccamenti con alcuni imprenditori del nord Sardegna sono già andati in porto. Tra i nomi: i fratelli Pinna di Thiesi (industria casearia) e la famiglia Loi di Orosei, proprietaria della catena di alberghi Iti hotels, che però avrebbero declinato l’invito. Contattati anche i vertici della 3A di Arborea. La cordata alla fine dovrebbe essere composta da una decina di professionisti, ognuno dei quali metterebbe sul piatto tra i 100mila e i 120mila euro fino ad arrivare a circa 1,5 milioni di euro, la cifra che De Benedetti ha chiesto come affitto annuale della testata di Predda Niedda. Altri rumors parlano di un interessamento dell’editore e re della sanità privata romana Antonio Angelucci, attuale deputato di Forza Italia. Ma si fanno anche i nomi di due ex direttori transitati in via Porcellana, vale a dire Stefano Del Re e Alberto Statera e nessuno esclude che nell’affaire possano ritagliarsi un ruolo anche i plurimiliardari qatarioti. È chiaro però che, se il gruppo optasse per l’affitto del ramo d’azienda, occorrerà comunque il placet dell’Antitrust.

Una cassaforte da 3 milioni di euro. Nei giorni scorsi a Roma i membri del Comitato di redazione della Nuova hanno avuto un incontro con la proprietà, che ha illustrato i vari scenari. E fatto quattro conti: gli utili annuali del quotidiano si attestano sui 3 milioni di euro. Difficile quantificare un ipotetico valore di vendita, ma nel caso si opti per l’affitto, la ‘pigione’ annuale come detto è stata fissata in circa 1,5 milioni. È un’operazione economicamente allettante? Impossibile dirlo ora, viste le variabili. Ad esempio: nel pacchetto non rientrerebbe il centro stampa (di fatto slegati dalle testate locali e fatti confluire nella società Rotocolor) e quindi i costi lieviterebbero, così come quelli delle materie prime e della distribuzione, poiché mancherebbero le agevolazioni riservate ad un grande gruppo editoriale. Infine, ci saranno garanzie per i posti di lavoro? Dal CdR per il momento nessun commento. “Ma è chiaro che, pur parlando di semplici ipotesi – sussurrano nei corridoi sassaresi – in redazione c’è grande preoccupazione e di certo ci metteremo di traverso di fronte a qualsiasi ipotesi di vendita o affitto del ramo d’azienda”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

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