Le nomine firmate dal presidente Cappellacci a beneficio di Ada Lai, Francesco Baule, Antonio Monni e ora Gerolamo Solina – i primi tre condannati per danno erariale, il quarto a rifondere la Regione per aver trattenuto denari che non gli spettavano – non devono sorprendere: l’attuale amministrazione brilla per numero di indagati e condannati. A partire, giusto per dare il buon esempio, proprio dal governatore. Pochi giorni fa a Cagliari c’è stata la prima udienza relativa al crac milionario della Sept Italia, azienda con stabilimento a Quartu specializzata nella produzione di vernici industriali. Fra i dodici imputati c’è anche Cappellacci, che 11 anni fa era nel Cda della società, con l’accusa di bancarotta per dissipazione e documentale.
Seguono a ruota altri due esponenti della giunta, gli assessori all’Agricoltura Oscar Cherchi (Pdl) e il titolare della delega agli Affari generali e personale Mariolino Floris (Uds): rinviati a giudizio per peculato nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Cagliari sull’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi consiliari nella scorsa legislatura.
E se per Cappellacci, Cherchi e Floris i giudici devono ancora emettere un verdetto – e fino a prova contraria vige la presunzione di innocenza – c’è un quarto esponente della giunta che la prima condanna può già inserirla in curriculum. Si tratta di Andrea Biancareddu (Udc) di recente condannato a un anno di reclusione, con pena sospesa, per ‘usurpazione di funzioni pubbliche’.
Nonostante questa piccola macchia, Biancareddu siede saldo al suo posto. E il suo presidente, paladino della meritocrazia, continua imperterrito a premiare coloro i quali si sono distinti per la mala gestione della res publica. Già, la meritocrazia. Al contrario.
P.S.