Il Pd sardo tra “Vittoria mutilata e Regionali” – LA DIRETTA

22,10 Silvio Lai – si va verso la chiusura

Una discussione costruttiva, non una via d’uscita dignitosa al segretario nazionale. La politica è fatta di  tappe. Si dice turbato dalle dichiarazioni di Renzi e da un comunicato sulle ragioni non condivise sul risultato elettorale del Pd. La nota è firmata “Associazione Adesso Sassari- comitati Renzi”. In sottofondo rumore e voci “irresponsabili”.

Vorrei che con questi due elementi mi aiutaste a capire. Il tema non è solo quello dei contenuti, si vuole passare l’idea che la realtà sia semplice e la politica sia altrettanto. Abbiamo sbagliato la comunicazione, è vero. Ma non si tratta solo di marketing.

Non si tratta solo di vincere. Siamo vent’anni che inseguiamo avventurieri in questo Paese. Il nostro partito deve puntare sulla trasparenza, per questo oggi la prima diretta streaming di questi lavori.

Si chiude così l’analisi del voto dopo sei ore.

21,50 Renato Soru

Complimenti a Michela Mura, le donne oggi ci hanno battuto. Lei in particolare mi ha fregato, ha chiesto il cambio e ora resto io senza parole. Se perdiamo quelli come lei non c’è speranza. E siccome c’è un po’ di intemperanza, io taccio e rendo a voi il tempo.

Nessun intervento sul caso Fondazione Banco di Sardegna.

Si discute ancora del caso Sestu, Soru suggerisce una conciliazione.

21,30 Michela Mura

Il Pd ha fallito perché non è stato capace di riconoscere le istanze di cambiamento. Oggi hanno trovato una sirena ammaliatrice su cambiamento e partecipazione, questioni che il Pd ha promesso e disatteso. Il nostro partito ha predicato bene, ma razzolato male. Ci abbiamo messo anni ad arrivare a delle primarie vere e, comunque, la base alla fine si è dovuta piegare alle direttive dall’alto. Dobbiamo valutare il risultato di Grillo, a Sestu per esempio ha avuto punte del 51 per cento in alcuni quartieri, alla luce dei mandati di centrosinistra.

Polemiche sui tempi.

21,04 Giacomo Spissu

Interviene sulle recenti polemiche sulla Fondazione Banco di Sardegna e sulla ventilata nomina dell’ex senatore Cabras alla presidenza.

Non voglio parlare di banca né dell’indecente dibattito aperto in rete.A mia memoria il partito sardo non si è mai occupato di nomine e anche quando ricoprivo ruoli importanti, non ricordo  riunioni di partito che abbiano affrontato il tema delle nomine.A questa regola mi atterrei anche in questa occasione. Mi terrei lontano dall’ accostamento del Banco di Sardegna con il MPS,sono situazioni diverse e non mi risulta il saccheggio del patrimonio del Banco, né di operazioni finanziarie azzardate.come a Siena. Esiste una posizione di alcuni economisti sul ruolo delle Fondazioni bancarie e su quella del BDS in particolare. Alcuni economisti, Pigliaru, Guiso e Boeri, ne parlano da tempo. Conosco l’opinione di Pigliaru,di Guiso sono buon amico,mentre non conosco Boeri se non per quanto scrive,Nella rivista La Rosa Rossa ho spesso ospitato loro interventi sul tema.Essi sostengono che le Fondazioni Bancarie debbano scendere sotto le quote oggi possedute nelle varie banche e anche nel BDS. Capisco la loro tesi ma non son totalmente convinto e questo può essere un tema che il PD affronté perchè attiene il futuro di questa banca, il suo rapporto con BPER, il ruolo dei sardi in essa.

20,30 Francesca Barracciu

Lo schiaffo è stato molto forte. Richiesta di cambiamento che arriva dalle urne. La motivazione di molti che hanno votato Grillo è stata proprio la volontà di mandare un segnale al Pd. Il nostro partito è nato con l’aspirazione di essere innovatore. In questa tornata elettorale non abbiamo perso a causa delle primarie, ma perché abbiamo perso lo slancio che avevamo alla fondazione del Pd. Da promessa di innovazione, non siamo diventati una realtà di innovazione.

L’appoggio al governo Monti non ci ha fatto più percepire come alternativa al centrodestra. Anche per questo ogni ipotesi di alleanza o sostegno al governo insieme al centrodestra va respinta, perché sarebbe un suicidio. Per quanto riguarda lo scenario regionale, sarebbe importante far cadere quanto prima la Giunta Cappellacci e da questo punto di vista l’uscita dalla maggioranza del Psd’Az è un segnale positivo. Abbiamo il tempo per registrare le nostre alleanze e ritrovare il nostro spirito originario. Il congresso è lo strumento giusto, anche per eliminare le nostre divisioni. Dobbiamo girare la Sardegna e pacificare il nostro partito, impegnandoci tutti. Se non lo facciamo, il prossimo congresso sarà semplicemente una conta. I nostri prossimi passi saranno decisivi, perché siamo nell’occhio del ciclone e tutti ci attendono alla prova dei fatti. (au)

 

20,20 Luigi Lotto

Non abbiamo valutato attentamente che un elettorato ipersensibile avrebbe valutato molto male le nostre scelte dopo le primarie per le liste. Il partito ha necessita di tornare nel territorio. Non facciamo scelte che rischiano di far implodere il partito. (au)

19, 50 Giampaolo Diana

L’unica cosa che non possiamo permetterci è pensare che qualcuno abbia perso più di altri. Ci siamo dentro tutti in questa sconfitta. Non vorrei che questa discussione abbia trasferito anche a chi ci guarda via streaming questa sensazione. Dobbiamo riflettere sulle ragioni della nostra appartenenza al Partito democratico, che deve essere anche una occasione di riscatto per la parte più debole della nostra società. Noi non siamo riusciti a dare un contributo alle attese di questa parte della società. Non riusciamo a mettere un freno all’emergenza lavorativa, 100mila persone in Sardegna hanno smesso persino di cercarlo un lavoro. A queste persone non interessa più chi governa e chi no, ma condannano tutti. Un secondo aspetto importante è che dobbiamo smettere di attaccare il nostro compagno di partito, con la volontà di lucrare qualche posizione, perché stiamo ridicolizzando il Pd.

Sulle regionali, sono d’accordo con Silvio, abbiamo bisogno di un congresso che ci aiuti a discutere e non solo per contarci. Dobbiamo riflettere sul programma e sulle alle alleanze e soprattutto sulla scelta di chi dovrà guidarci. Faremo le primarie, che vorrei si svolgessero all’indomani della definizione di un programma e di una idea di Sardegna da parte del Pd. E dopo scegliere il leader. Guai a noi fare le primarie senza prima una idea comune e condivisa. Altrimenti avremo un candidato che avrà una sua idea contro altri candidati con idee diverse. (a cura di Alberto Urgu)

 

19,20 Thomas Castangia

Dobbiamo partire da ciò che non abbiamo capito negli ultimi due anni. Abbiamo avuto un punto di vista arrogante. Mi chiedo perché su ambiente e consumo del suolo noi non c’eravamo. Non possiamo lasciare in mano a Grillo altri temi come digital divide e informatizzazione (applausi) o ancora una questione importante come il reddito di cittadinanza che in Europa esiste. E il risultato del M5S ha stravolto tutti. Campagna elettorale lunga, iniziata ai primi di novembre, difficile. Ma non è bastato puntare tutto sui temi nazionali. Salta la diretta streaming.

 

19,10 Pasquale Lubinu, sindaco di Ossi

Siamo reduci da stangate e la gente comune era troppo stanca. Io che ho fatto campagna elettorale nelle case, con persone che conosco. Ci siamo autoillusi e non è la prima volta che succede. Anche nel ’94 Berlusconi ha vinto così, con noi che ridevamo di “Forza Italia” e così è successo con Grillo. Il nostro gruppo dirigente non è sintonizzato con la realtà e il danno è stato fatto anche per il sostegno del Pd al governo Monti.

 

18, 50 Marina Spinetti

Non si tratta solo di “Senno di poi” – riferendosi al dissenso. Alcuni di noi le cose le hanno dette anche con insistenza, prima del risultato elettorale. Ma non è bastato, una questione anche di forza interna. Personalmente amo così tanto questo partito che non vedo l’ora di vederlo nascere. Non ho sostenuto Bersani, ma non è vero (come dice Chicco Porcu) che non c’erano alternative tra il segretario e Bersani, io ho scelto la Puppato, per esempio. Ora è necessario ripartire dal radicamento nel territorio, dalla gente. Sarà importante soprattutto il congresso fondativo, il sistema federativo e vorrei un “partito degli elettori”. Vorrei rivedere la forma partito e sul modo di presentarci all’elettorato. Abbiamo il dovere di dire che il nostro è un servizio e per praticarlo dobbiamo dimostrare che il nostro stile di vita è in linea. La questione economica è fondamentale e deve rientrare anche nelle questioni del Pd sardo.

18,35 Chicco Porcu

C’è un tempo per dividersi e un tempo per unirsi. Ora è arrivato il momento di restare uniti. Sono sorpreso di sentire oggi molte persone lamentarsi della conduzione del partito, mentre sono sono stati zitti nei mesi scorsi. Ho sentito troppe accuse e poche autocritiche. Bersani è pienamente legittimato a fare il suo tentativo. Del segretario Lai condivido le conclusioni, non l’intervento. Dobbiamo essere più rapidi nelle decisioni, abbiamo perso mesi in una conferenza programmatica. Se dobbiamo imparare qualcosa da queste primarie è la tolleranza, dobbiamo accettare le idee altrui. La nostra priorità, anche prima del congresso, è indicare chi deve guidare il centrosinistra alle elezioni regionali. Sotterriamo l’ascia di guerra e prepariamoci ad un momento di confronto e non di scontro interno. (au)

 

18,20 Gianluigi Piras

Continuiamo a definire antipolitica le domande serie che molti cittadini legittimamente chiedono. C’è un richiamo etico che arriva dalla nostra società. Perché un consigliere regionale deve percepire una indennità così superiore ad un sindaco, che ha molte più responsabilità. (Il clima si scalda, perché Gianluigi Piras definisce squallido l’intervento precedente di Guido Melis). Siamo stanchi di sentire valutazioni a elezioni concluse, da parte di chi ha fatto parte del sistema e cerca sempre le responsabilità negli altri. Noi dobbiamo ripensare completamente il partito, andando oltre le liturgie, senza inseguire Grillo. (Ancora polemiche tra Gianluigi Piras e Valentina Sanna sui tempi). (au)

 

18,06 Benedetto Barranu

Abbiamo perso perché non abbiamo capito che soluzioni dare alla crisi economica e perché gli elettori hanno perso fiducia in noi. Dobbiamo fare due tre proposte chiare, che non ci sono tra gli otto punti di Bersani. Dobbiamo aiutare gli enti locali a superare i vincoli di spesa, dare sostegno agli artigiani e non criminalizzarli esclusivamente. La fiducia si acquisisce con la coerenza rispetto alle cose che si dicono. (au)

17,55 Guido Melis

Io sono più rozzo e semplice di Silvio Lai e dico che abbiamo perso le elezioni, sia a livello nazionale che a livello regionale. Era proprio necessario fare l’album delle elezioni? abbiamo chiesto di votare alle elezioni quelli che avevamo respinto alle primarie. Era necessario formare le liste in questo modo e accettare nomi esterni da Roma? Era necessario spingere in basso candidati che avevano vinto alle primarie?
La verità è che in queste elezioni abbiamo pagato una gestione dilettantesca della campagna elettorale. Il partito non è stato presente affianco ai cittadini in crisi e ha dato l’idea solamente di litigare.
Io non ho nulla contro Antonello Cabras, ma contesto che un senatore ancora in carica possa essere chiamato a dirigere una fondazione bancaria. E non mi si venga a dire che il Pd non c’entra nulla in questa nomina, come ha fatto Silvio Lai, perché è una battuta comica e non la dichiarazione di un dirigente politico. (au)

 

17,45 Mario Bruno

Non sono sicuro che i sardi sappiano quale sia il progetto del Partito democratico per la Sardegna. Quando diamo la percezione che non rispettiamo la volontà dei cittadini, espressa nelle primarie, noi veniamo accomunati a tutti gli altri. Noi dobbiamo cambiare profondamente, essere un partito aperto e non un comitato elettorale. La nostra stessa litigiosità, le divisioni tra clan, ci ha danneggiato. Dobbiamo ripensare noi stessi e oggi ne abbiamo la possibilità. La domanda giusta, cui Grillo da una risposta sbagliata, è quella di una politica diversa e giusta. Dobbiamo rigenerare la democrazia e essere conseguenti. Anche in Consiglio regionale dobbiamo fare una opposizione diversa, più nettamente alternativa a questo centrodestra. Mandare a casa Cappellacci è il nostro primo obiettivo. (au)

 

17,38 Giulio Calvisi, ex deputato Pd

Non dobbiamo rifare in salsa sarda il dibattito fatto mercoledì a Roma, ma per essere produttivi dobbiamo incrociare il dato nazionale con quello sardo. Liberiamoci dalle appartenenze e partiamo dai numeri. In Sardegna, a livello percentuale, ha vinto Grillo. Nel 2006 come Unione arrivammo al 52%, nel 2008 perdemmo ma in misura inferiore che a livello nazionale. Oggi, nonostante in Regione ci sia la fallimentare esperienza di Cappellacci, non riusciamo a capitalizzare il consenso. Dobbiamo interrogarci su come siamo percepiti, su che tipo di opposizione abbiamo fatto, sulle nostre divisioni. La gente ci chiede di cambiare i tempi, è questa la nostra missione. (au)

 

17,28 Graziano Milia

Di fatto il problema politico è che questo centrosinistra, a 20 anni dalla sua nascita, ancora non è in grado di imporsi politicamente in Italia. Abbiamo coltivato l’illusione, anche attraverso i movimenti, che bastasse combattere Berlusconi per combattere il berlusconismo. Evidentemente c’è qualcosa che ci sfugge e che continua a sfuggirci. L’analisi del voto va fatta al congresso. Ma aldilà di questo noi abbiamo una emergenza davanti, perché il tentativo di Bersani non funzionerà. Il nostro obiettivo deve essere una serie riforma elettorale, con chiunque ci stia, puntando ad un sistema di semipresidenzialismo a doppio turno, alla francese. Dobbiamo uscire dalla transizione, prima che i mercati ci ammazzino. (au)

 

17,15 Parla Valentina Sanna, presidente del Pd sardo, che riprende dalle polemiche sulle parlamentarie del partito.

Il 10 gennaio scorso registravamo l’indignazione di tutto il partito per lo stravolgimento dell’esito delle primarie in partito e in questa stessa sala respingemmo al mittente le liste approvate a Roma. Invece non accadde nulla e abbiamo accettato quelle liste. Non abbiamo capito la portata di quell’errore. Forse un po’ il porcellum piace anche a noi. Ora il messaggio dei cittadini appare molto chiaro e se non cambiamo completamente rotta, perderemo ancora. Dobbiamo cambiare la classe politica. Abbiamo bisogno di sobrietà e moralizzazione. Credo che sia nell’interesse di tutti chiedere dove si vuole stare, se all’interno del partito o nei consigli di amministrazioni della fondazioni bancarie (applausi). Ci serve un partito rinnovato, moderno. Ma se non faremo tesoro degli errori passati, mancheremo gli obiettivi futuri.

17,08 Silvio Lai

Io credo che il Pd sia ancora una grande forza di cambiamento. Abbiamo bisogno di recuperare la fiducia dei nostri elettori, dell’opinione pubblica e anche in Sardegna forse la capacità di essere più netti nelle scelte. I nostri avversari in regione saranno più semplici di noi nelle scelte nelle scelte elettorali e anche noi dobbiamo esserlo. Non possiamo perdere questa occasione.
Silvio Lai ha concluso. (au)

17,05 Silvio Lai

Dobbiamo darci una scossa.Quello che abbiamo davanti non è il tempo delle divisioni. Io penso che dobbiamo preparare il congresso da subito, ma noi in Sardegna dobbiamo avviare da giugno la costituente del Partito democratico sardo. L’emergenza sociale e la povertà crescente condizionerà i prossimi mesi. (au)

 

16,58 Silvio Lai

In Sardegna siamo andati meglio di qualche altra regione, specie rispetto ad altre regioni del mezzogiorno. Incassiamo la vittoria del Senato, mentre alla Camera dove siamo il secondo partito, potremmo ancora aggiudicarci il nono seggio, a seconda dell’interpretazione del conteggio. L’Udc ha perso 50mila voti (su 75mila), il Pdl ha dimezzato i voti. Il centrodestra è ancora davanti però, mentre noi pensavamo di ottenere un risultato migliore. Questo significa che la partita per le regionali è ancora tutta aperta. (au)

16,52 Silvio Lai

Il Movimento 5 stelle ha alcuni temi in comune con noi, ma anche molte differenze. Non credo che dobbiamo inseguire quel modello, perché ci sono distanze molto grandi sull’Europa e sul rapporto con le istituzioni democratiche. (au)

16,40 Silvio Lai “La cosa peggiore che possiamo fare è perdere fiducia nelle nostre forze e non reagire subito. Il risultato sardo, pur al di sotto delle aspettative, è in linea con quello nazionale. Oggi dobbiamo dire che ci siamo, che non ci arrendiamo e che saremo all’altezza della sfida per le regionali. A chi non ci ha votato dobbiamo dire che abbiamo capito il segnale.

Questo non è il momento delle semplificazione ne della caccia al colpevole. Abbiamo bisogno di andare più a fondo alle cose”. (a cura di Alberto Urgu)

16,33 Inizia la direzione regionale del Pd a Oristano, la prima del dopo elezioni. Sul banco il risultato delle urne, i nuovi scenari in vista delle elezioni regionali, ma anche la spinosa vicenda della possibile nomina di Antonello Cabras al vertice della Fondazione Banco di Sardegna.

Inizia Silvio Lai

Direzione importante, riflessione sul voto e sul dopo voto con la formazione del governo. Dobbiamo anche riprendere, dopo 10 lunghissimi mesi, un percorso verso le regionali. Un percorso che poteva essere facilitato dal risultato delle politiche, in caso di una vittoria netta del centrosinistra, ma così non è stato.  (a cura di Alberto Urgu)

16,30 Si sta riempendo la sala riunioni della sede di Oristano del Partito democratico dove sta per avviare la sua direzione regionale. In sala c’è già il segretario regionale Silvio Lai. Tra i dirigenti presenti,  Francesco Sanna, Guido Melis, Siro Marrocu, Chicco Porcu, Francesca Barracciu. L’inizio dei lavori era previsto per le 15,30. All’ordine del giorno, l’analisi del risultato elettorale. Ma il tema più discusso in sala prima dell’inizio dei lavori è il caso Cabras-Fondazione. Molti commenti all’intervista rilasciata da Arturo Parisi a Sardinia Post e pubblicata poco più di un’ora fa.

 

 

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