Turella (M5S) contro Grillo: “Assenti alle Regionali? Non è colpa dei sardi”

Sul sito www.sardegnacinquestelle.it, Massimo Turella ha pubblicato un documento intitolato “E che caxxo”, nel quale pone il “problema delle regole” nel M5S e parla di ‘variabile B.P.’.

“Adesso c’è una spiegazione ufficiale. Sei righe in tutto”. Comincia così la lunghissima riflessione di Massimo Turella sul sito www.sardegnacinquestelle.it, intitolata E che caxxo. Il militante grillino, avvocato di professione, si interroga sulle ragioni della mancata partecipazione del movimento alle Regionali, esamina il “problema delle regole” e arriva a una conclusione: “Non è colpa dei sardi, c’entra la variabile B.P.”, scrive attaccando il suo leader nazionale.

“Il post pubblicato sul blog i Beppe Grillo – si legge nel documento di Turella – ha giustificato la decisione di non partecipare alle elezioni regionali sarde stante ‘il profondo disaccordo’ tra le liste presentate e la situazione di spaccatura che ‘perdurava da mesi nonostante i numerosi tentativi proposti di trovare una composizione'”. Segue poi un mantra classico e buono per tutte le stagioni: ‘Il M5S non è a caccia di poltrone’, condito sui media dall’affermazione che ‘i Sardi non sono ancora pronti’, concetti ripresi ed amplificati dai vari Taverna, Colletti, e chi più ne ha più ne metta. D’altronde ‘non è necessario partecipare alle elezioni regionali’, e poi, in fondo: ‘La Sardegna è poca cosa’. Infine: per il futuro: ‘in casi simili, si adotterà la votazione degli iscritti ai singoli candidati e la lista sarà composta per ordine di voto'”

Turella scrive ancora: “E’ stata dunque, finalmente, posta una regola chiara e scritta che disciplina le modalità di designazione dei candidati 5 Stelle alle elezioni regionali. E’ da vedere se questa regola sia effettivamente nuova, e comunque c’è da chiedersi perché, in tal caso, non sia stata applicata prima, visto che in Sardegna ci siamo accapigliati proprio sulle regole. O, meglio, a causa della loro mancanza o vaghezza”.

L’avvocato prosegue la sua lunga riflessione esaminando proprio lo Statuto CinqueStelle. Poi aggiunge: “Quello che è successo in Sardegna non è questione della pro-verbiale litigiosità tra sardi, considerati pocos, locos y mal unidos, non è una questione di kentu concas kentu berrittas, perché in ogni Regione dove il Movimento si è presentato alle Regionali si è verificato il problema della presenza di più liste. Nessuno nega che in Sardegna il movimento 5Stelle ha dimostrato una imbarazzante mancanza di coesione e di unità, ma tutto ciò affonda le sue radici nelle contraddizioni e nella fragilità delle regole del M5S“.

Quindi: “Quello che è successo in Sardegna – va avanti Turella – è la dimostrazione plastica che è stato scoperto il metodo scientifico per impedire la presentazione di candidature realmente espressione del Movimento, che questo metodo sarà clonato con successo in tutta Italia, e metterà il Movimento stesso con le spalle al muro. Basterà infatti che, accanto ad una maggioranza di attivisti onesti e perbene, desiderosi di iniziare un percorso di vero cambiamento nelle istituzioni e nella società, si affianchi una minoranza di profittatori, di violenti, di fascisti, di infiltrati, di riciclati, di diffamatori o, semplicemente, di parolai che vedono nel movimento l’occasione della vita”.

Turella passa in rassegna la dinamica interna al M5S. “E’ ormai certo che la variabile B.G. è intervenuta ed interviene su singoli attivisti, con promesse o indicazioni precise, al fine di guidare il percorso di formazione di eventuali liste territoriali verso l’unità o la divisione. Gli attivisti sardi, in particolare, sono stati le prime vittime di questo modus operandi. E’ acclarato, infatti, che, contrariamente a quanto affermato nel post ‘seirighe’, in Sardegna non sono state presentate più liste per la certificazione, ma una soltanto è stata concessa la certificazione. C’è allora da chiedersi se la variabile B.G. tenesse davvero alla partecipazione del M5S alle elezioni regionali sarde, E’ troppo semplice e troppo comodo puntare il dito contro gli attivisti sardi come unici responsabili del disastro del M5S in Sardegna, ma occorre invece squarciare un velo sulle ragioni profonde della mancata partecipazione del Movimento alle elezioni regionali, che qualcuno prima o poi dovrà spiegare e di cui si dovrà assumere la responsabilità”.

Turella chiude così: “Infine, per rispondere alla Taverna, a Colletti ed a tutti quelli che hanno detto che i sardi non erano pronti e che il M5S non va a caccia di poltrone, voglio affermare con forza che in Sardegna di gente pronta ce n’era e ce n’è sin troppa. Io personalmente, come tanti altri, non ero a caccia di nessuna poltrona, volevo soltanto fare del mio meglio all’esclusivo fine di fare da portavoce ai programmi ed alle idee del Movimento”.

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