Il carbone pulito, la speranza del Sulcis: nei primi tre anni 8,3 milioni di investimento

Il “carbone pulito” ha ottenuto la benedizione a Villa Devoto. Dopo la firma del protocollo d’intesa, venerdì a Roma, oggi il presidente Ugo Cappellacci ha illustrato i progetti legati al nuovo polo produttivo del Sulcis. La prima fase prevede solo la sperimentazione, da avviare entro il 2015. Dal 2016 in avanti, invece, si penserà alla costruzione della centrale termoelettrica.

Nella Capitale, la settimana scorsa, è andato l’assessore Antonello Liori (Industria) per siglare l’accordo col Governo nazionale, al ministero dello Sviluppo economico (Mise), dove era presente il sottosegretario Claudio De Vincenti. Oggi Liori ha accompagnato Cappellacci, insieme a Mario Porcu, presidente della Sotacarbo, ovvero la spa nata nel 1987 per sviluppare tecnologie innovative nello sfruttamento del carbone.

A distanza di ventisei anni, quel sogno sta prendendo forma, attraverso il Piano del Sulcis, voluto dall’esecutivo di Mario Monti per mettere un freno al declino economico del territorio. Il nuovo impianto prevede la produzione di energia elettrica attraverso il processo della ossicombusione senza fiamma, cioè lo stoccaggio dell’anidride carbonica utilizzando l’alta pressione.

Per fare la sperimentazione del “carbone pulito” verrà costruito un impianto pilota: costerà 8,3 milioni in tre anni e darà lavoro a sessanta persone. L’intero investimento, invece, garantirà 230 buste paga e verranno spesi 68,3 milioni in dieci anni. Per costruire la centrale termoelettrica serviranno mille occupati, per almeno tre anni.

«Stiamo facendo scelte di rottura rispetto al passato in poli industriali e minerari che non erano più in grado di competere sul mercato e vedevano un ritardo della politica vecchio di 30 anni», ha detto il presidente Cappellacci.

Per Liori «la firma di venerdì è frutto di accordo storico: i tempi – ha chiarito l’assessore – sono legati ai finanziamenti, ma tra i vantaggi della centrale vi è quello di poter accedere agli incentivi per le fonti rinnovabili».

Porcu ha spiegato che «l’anidride carbonica prodotta dagli impianti verrà pompata in giacimenti minerari a 1200 metri di profondità, liberando il metano eventualmente presente che potrà essere riutilizzato quale fonte energetica».

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