I licenziamenti a catena dei Dg, come deciso da Christian Solinas, hanno portato a un aumento di spese in Regione. Il tema rischia di aprire un contenzioso davanti alla Corte dei conti, soprattutto alla luce dei reintegri disposti dal Tribunale di Cagliari. I direttori generali riammessi sono già due e l’esame dei ricorsi davanti al giudice del lavoro non è finito.
Il casus belli – con annessa figuraccia del governatore che sinora ha perso due volte su due – ruota intorno alla legge 31 del 1998, quella che in Sardegna disciplina “Il sistema organizzativo degli uffici”. In base al comma 8 dell’articolo 28, i Dg mantengono per un anno lo stipendio. Ma siccome i siluramenti di Cinzia Lilliu e Alessandro Naitana sono risultati immotivati, altrettanto si può dire delle nomine dei facenti funzioni volute sempre da Solinas e alleati.
Il discorso su un rischio di contenzioso di natura contabile trova fondamento nelle due ordinanze emesse su Lilliu e Naitana. Per la Lilliu, cacciata in maniera illegittima dalla Centrale di committenza, la decisione l’ha presa la giudice Maria Luisa Scarpa; per Naitana, che era Dg dell’Industria, il provvedimento di reintegro l’ha firmato la giudice Daniela Coinu. Nell’uno e nell’altro caso non solo non è stata indicata la motivazione della revoca, ma il decreto è arrivato fuori tempo massimo. Il 28 luglio anziché il 23, giorno in cui scadevano i trenta giorni di tempo previsti dalla legge e trascorsi i quali il mandato da Dg doveva considerarsi confermato.
L’assessora Valeria Satta, titolare del Personale nella Giunta Solinas, ha invece fatto passare 35 giorni, troppi per mandare a casa i Dg, anche solo prendendo a riferimento la scadenza temporale. Non solo: gli stessi Uffici della Satta hanno poi affidato gli incarichi ai facenti funzioni, rispettivamente Aldo Derudas e Antonello Pellegrino. E questo ha significato per la Regione altre maggiori spese che possono diventare oggetto di attenzione da parte della magistratura contabile.
Stesso discorso su Antonio Casula, l’ex comandante del Corpo forestale cacciato anche lui dopo il pranzo a Sardara, ma sempre il 28 anziché il 23 e sempre senza alcuna motivazione che al contrario va obbligatoriamente indicata, come prevede la legge 31 al comma 8 dell’articolo 28. Cornice identica per Umberto Oppus, altro partecipante al banchetto alle terme, mandato via all’improvviso. Casula è stato sostituito da Carlo Masnata, Oppus da Stefania Manca. Si tratta ancora di spese doppie che potevano essere evitate, in assenza di una motivazione. Anche perché Oppus, in quanto dirigente esterno, ha ottenuto per contratto la metà degli stipendi che gli sarebbero spettati. Quindi anche il suo siluramento ha avuto un costo importante per l’Amministrazione regionale.
Non fa eccezione Mauro Cadoni, il Dg del Turismo che sempre nello stesso periodo è stato rimosso dall’incarico e poi sostituito da Fabio Francesco Farci. Non solo: Lilliu, Naitana, Casula e Cadoni venne spediti tutti nel Cimitero degli elefanti, gli uffici di via Mameli a Cagliari considerati la Caienna della Regione. L’ordine di servizio lo firmò Silvia Cocco, la Dg del Personale.
Cristina Malavasi, la segretaria dello Sdirs, il sindacato dei dirigenti regionali, contatta da Sardinia Post, commenta: “Spiace constatare che sulle nomine la Giunta si è resa protagonista di un nuovo inciampo. Nella scelta delle figure apicali restano irrisolti i problemi che lo Sdirs aveva già segnalato a inizio legislatura attraverso i ricorsi amministrativi sull’indicazione di Curto (Silvia) e Belloi (Pasquale Antonio), ricorsi adesso incardinati davanti al Tribunale del lavoro”.
Di recente il sindacato ha impugnato anche “la procedura di reclutamento utilizzata nei confronti della Lilliu”, ‘pescata’ dall'”elenco regionale” ma “in assenza di specifici avvisi” e ciò “in violazione della normativa e del contratto stesso”.
In Regione, da qualche giorno, rimbalza la voce che Solinas – questo dice radio tam tam – voglia azzerare la Giunta in modo da non dover reintegrare i Dg cacciati a luglio e riammessi dal giudice. Ma posto che queste siano le reali intenzioni del governatore, per legge non è possibile. Sempre la legge 31, al comma 9 dell’articolo 28, prevede che “l’attribuzione delle funzioni di direzione generale deve essere confermata o revocata entro i tre mesi successivi all’insediamento della nuova Giunta”. Dove “nuova” non significa quella frutto di un rimpasto, ma la squadra di assessori scelta dopo le elezioni. Quindi anche ammettendo che l’azzeramento dell’Esecutivo fosse nei piani del governatore, si tratta di una strategia spuntata e totalmente illegittima.
Alessandra Carta