I 930 milioni di fondi Ue, ecco come saranno spesi. Corsa per 1500 aziende

Dagli strumenti finanziari al turismo, passando per energia, ricerca, agenda digitale e innovazione. È il nuovo Por Sardegna.

Eccola qua la destinazione di quei 930 milioni che formano il Po Fesr Sardegna 2014-2020 (Piano operativo regionale). La spesa è stata autorizzata da Bruxelles il 14 luglio scorso. Il via libera vale una chiamata è per le 1.576 imprese che lavorano nei 35 asset sui quali si può investire. O ottenere sostegno. E si va dagli strumenti finanziari al turismo e agli attrattori culturali, passando per energia, ricerca, agenda digitale e innovazione. Raffaele Paci, l’assessore alla Programmazione nonché vicepresidente della Giunta, dice: “Noi siamo pronti. Senza tentennamenti e con progetti solidi, raccogliamo la grande opportunità che ci viene offerta da Bruxelles”.

La quota più importante dei 930 milioni va alla competitività del sistema economico, per un importo pari a 213 milioni. La linea di intervento comprende “bandi per le imprese, incentivi e strumenti finanziari – spiega Paci -. Per esempio il Venture Capital”, il fondo per le start up. Ma si punta pure sul seed capital, una forma di investimento pubblico a sostegno delle aziende. La gestione è in già in mano alla Sfirs, il braccio finanziario della Regione.

Per la valorizzazione turistica e culturale ci sono invece 164 milioni. Anche in questo caso il profilo delle azioni è incanalato. I soldi saranno utilizzati per il parco di Tepilora, di recente istituzione a Bitti: andrà avviato “un percorso di valorizzazione”, ma un identico intervento riguarderà pure il Supramonte, l’Area del Sinis e Mont’e Prama, la terra dei Giganti. “Le altre aree di intervento – sottolineano dall’ufficio stampa dell’assessorato – verranno individuate attraverso la programmazione territoriale, sempre seguendo il criterio del riequilibrio”.

Sull’efficienza energetica sono dirottati 150 milioni. L’obiettivo è ridurre i consumi migliorando la coibentazione delle infrastrutture. La priorità sono gli edifici pubblici: di recente il Pd, quando ha elaborato il manifesto Sardegna carbon free 2040, ha stabilito che la Sardegna potrebbe risparmiare in tera giga, ovvero un ottavo dell’energia prodotta.

Ancora: per l’agenda digitale ecco 130 milioni. Si punta a dare la banda larga a tutti i sardi e “l’ultra larga ad almeno il 50 per cento della popolazione, privilegiando le scuole, i servizi ai cittadini e la sanità”, è nel programma della Giunta.

Ricerca e innovazione si vedranno assegnare 128 milioni. Tra le iniziative, gli appalti pre commerciali. Si tratta di un nuovo istituto giuridico, voluto proprio dall’Ue e attraverso il quale si apre la strada a un nuovo approccio nell’aggiudicazione delle gare facendo una sorta di sperimentazione dei prodotti che si vogliono acquistare. A conti fatti, chi appalta e chi compra condividono rischi e benefici.

All’ambiente, in particolare alla prevenzione del rischio idrogeologico, saranno assegnati 55 milioni. L’investimento andrà a integrarsi col mutuo da 700 milioni contratto dalla Regione con la Finanziaria 2015 e che prevede una quota proprio per la messa in sicurezza dei territori alluvionali.

Infine l’inclusione sociale e la povertà: a disposizione ci sono a 51 milioni per garantire “a tutti il diritto a una vita dignitosa”, è la sintesi fatta dall’Esecutivo. “Attraverso gli Iti (Investimenti territoriali integrati) si riqualificheranno i quartieri più degradati, offrendo spazi e organizzando iniziative per il recupero sociale delle fasce più deboli”, sottolineano ancora dalla Programmazione. Tre interventi sono già stati individuati come finanziabili: Is Mirrionis a Cagliari, San Donato a Sassari e la Sacra famiglia a Olbia.

I 930 milioni del Por Sardegna sommano due quote identiche, da 465 milioni ciascuna: una derivante dalla ripartizione del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), quindi dalle casse di Bruxelles, mentre l’altra rappresenta il co-finanziamento regionale.

La novità è il taglio alle linee di intervento: dalle 120 inizialmente previste si è scesi a 35, in modo da concentrare le risorse sui settori più strategici, così come aveva chiesto l’Unione europea e “la Giunta ha poi concertato con enti locali, sindacati e associazioni di categoria”.

Paci dice: “Adesso la sfida è spendere presto e bene tutti i fondi a disposizione, finanziando progetti strategici e puntando su interventi che contribuiscano a far ripartire l’intera economia della Sardegna”. I 930 milioni saranno gestiti secondo la nuova impostata data dall’Esecutivo e gia utilizzata per la Finanziaria 2015. Cioè, “programmazione unitaria, che significa ragionare con tutti gli assessorati coinvolti su ogni singola spesa”. Per Paci, la Sardegna è davanti a “una nuova fase, su cui abbiamo investito sin dal primo giorno: restituire anche un solo euro all’Europa è impensabile, soprattutto in un momento di crisi come questo. I progetti di questo Fesr sono importanti e vari, e portano tutti nella direzione di far ripartire la Sardegna”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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