Il Governo apre alla riduzione delle servitù. “Ma i poligoni restano”

Stando alle dichiarazioni del sottosegretario alla Difesa, in Sardegna i poligoni verranno solo ridotti, ma non cancellati. L’intervista su radio Anch’io.

“Con la Regione Sardegna abbiamo avviato un percorso a 360 gradi con un’analisi sulla riduzione parziale dei poligoni, sull’ambiente e sulla salute in sinergia con il territorio: credo ci siano tempi per lavorare bene e le bonifiche sono parte pregnante di questo processo”. Lo ha detto a Radio Anch’io il sottosegretario della Difesa, Domenico Rossi, intervistato sulle servitù. Rossi ha poi detto che lui stesso o il ministro Roberta Pinotti saranno presto nell’Isola per un confronto con il presidente Francesco Pigliaru. “Ci sono contatti – ha sottolineato il sottosegretario – e concorderemo insieme una data per cercare di contemperare le esigenze della Sardegna e quelle della Difesa”.

Quanto alla sicurezza, visto il doppio incendio a Capo Frasca il 3 e 4 settembre, Rossi ha sottolineato: “Cercheremo di mettere in campo ulteriori accorgimenti come Osservatori permanenti all’interno dei poligoni, con monitoraggi maggiori”. Al momento è solo un’ipotesi. Poi un’ulteriore passaggio: “Le esigenze da contemperare anche in Sardegna riguardano l’ambiente e la sicurezza del personale e quella delle persone che vivono intorno ai poligoni”.

Nei passaggi successivi dell’intervista il sottosegretario ha chiarito meglio le ragioni per le quali i poligoni non si può essere, a suo dire, uno smobilitazione totale delle servitù. “I poligoni servono alla difesa – ha chiarito Rossi -, ma è partito un dialogo con la Regione Sardegna con un punto di partenza: le osservazioni sollevate dall’Isola nella mancata intesa alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, nella quale il presidente sardo Francesco Pigliaru ha esposto alcuni punti oggi all’attenzione del ministero”. E ancora: “Occorre fare un discorso di carattere generale. Evidentemente la nostra Nazione è all’interno di alleanze internazionali, specie in un momento particolare che vede le necessità maggiori di difesa con le situazioni che vanno dall’Ucraina al Medio Oriente”

Rossi ha aggiunto: “Occorre prender atto che questo Paese ha bisogno di forze armate che hanno valore se sono addestrate, se no si sta spendendo invano le risorse dei cittadini. Se queste forze armate vanno addestrate, vanno addestrate nei poligoni. Questo punto è stato affrontato dal questo Governo in maniera seria e dopo 30 anni a giugno ha indetto la seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, con le tre regioni interessate: il Friuli, la Puglia e la Sardegna. Quest’ultima – ha concluso – non si è rifiutata di firmare ma ha fatto notare alcuni punti. E la Difesa ritiene queste osservazioni un punto di partenza del dialogo”.

Pigliaru, tuttavia, a differenza di quanto dichiarato dal sottosegretario, si era rifiutato di firmare il protocollo nazionale, come dimostrano le stesse dichiarazioni del governatore in chiusura di Conferenza, quando parlò di “ragioni inascoltate”. La posizione è stata poi ribadita nella seduta straordinaria del Consiglio regionale convocata lo scorso 9 settembre all’indomani degli incendi a Capo Frasca.

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