Giunta, lo scontro infinito sul rimpasto. Psd’Az e Riformatori mai così distanti

Veleni. Senza fine. È ormai diventato uno scontro a oltranza l’accordo mancato sul rimpasto della Giunta, cambi che non si limiteranno alla nomina di un nuovo assessore ai Lavori pubblici, dopo la morte di Roberto Frongia lo scontro dicembre. La partita è molto più complessa e va gestita nel mezzo di una guerra totale nello schieramento, visto che il presidente Christian Solinas ha pure cambiato le amicizie interne alla coalizione.

Ma andiamo con ordine. La prima lite riguarda Psd’Az e Riformatori. Tutto è iniziato con Abbanoa, perché Frongia aveva portato dalla sua parte il presidente-avvocato della spa, Gabriele Racugno, che era invece uomo del governatore, visto che a giugno 2020 era stato Solinas ad affidargli la prima poltrona di Abbanoa (avant’ieri la sfiducia votata con un plesbiscito dalla stessa Regione e dai sindaci-azionisti). Frongia sulla spa dell’acqua aveva un disegno tutto suo, concordato col suo partito, i Riformatori appunto, e che somigliava molto a un piano per affondare la società.

Grazie al Collegio sindacale, ovvero ai commercialisti-revisori dei conti e grazie al consigliere del Cda, Franco Piga, eletto nuovo presidente, l’affossamento di Abbanoa è stato scongiurato, ma da allora i rapporti tra Riformatori e Solinas non sono più gli stessi. Tant’è: alla morte di Frongia, quando i liberal democratici hanno fatto al governatore il nome del nuovo assessore, Solinas ha bloccato tutto. Da tre mesi, ormai, l’interim dei Lavori pubblici ce l’ha il capo della Giunta sarda che ai Riformatori non vuole darla vinta. Peraltro: la scelta del sostituto di Frongia ha aperto uno scontro interno anche nel partito, con due consiglieri letteralmente scappati: Alfonso Marras, passato proprio col Psd’Az, e Giovanni Antonio Satta che al momento si è rifugiato nel gruppo Misto.

Siccome Solinas, di formazione, è un cossighiana che si lega le cose al dito, coi Riformatori è arrivato allo scontro totale. Anche perché da oltre due mesi i liberal democratici, su ordine del capogruppo Michele Cossa e del fondatore Massimo Fantola, stanno disertando tutti i lavori. Non solo le sedute in Aula ma anche le riunioni delle commissioni e le conferenze dei capigruppo. Un muro contro muro in cui Solinas e i Quattro Mori vogliono rompere del tutto le uova nel paniere dei Riformatori: a Palazzo si dice che i sardisti potrebbero chiedere alla consigliera regionale Sara Canu di passare nel Psd’Az.

La Canu era l’ottava eletta della Lega. Poi con le camicie verdi non andava d’accordo e ha scelto i Riformatori. Ma se accetta un ulteriore cambio di casacca, i sardisti salgono a undici scranni e i liberal democratici scendono a due. A quel punto il Psd’Az si consoliderebbe come primo partito dell’Aula, distanziando ulteriormente gli altri, mentre i Riformatori non avrebbe più il numero minimo per formare un gruppo autonomo, per il quale servono almeno tre consiglieri.

A Palazzo si dice pure che Solinas, nel centrodestra, non è più in buoni rapporti con tutti. Quindi qualcuno, pur non darla vinta al governatore, sarebbe disposto a fare l’adesione tecnica ai Riformatori. Ovvero entrerebbe in prestito nel gruppo dei liberal democratici giusto per aiutarli a formare un gruppo. E non far vincere Solinas su tutta la linea.

Fatto che non è più scontato la riassegnazione dei Lavori pubblici ai Riformatori. E questo è un altro tema che divide il partito di Cossa e Fantola con Solinas. La delega, del resto, è pesante e per averla bisognerebbe avere molti più consiglieri. Quando infatti è stata assegnata ai Riformatori, i liberal democratici erano cinque. Oggi invece sono tre e rischiano di restare in due.

Sempre per rimanere in tema di numeri e rimpasto, se un assessorato va ai Riformatori che hanno tre scranni, l’Udc-Cambiamo ha diritto ad avere un seconda delega. Infatti: il partito di Giorgio Oppi, al momento, ha in Giunta un solo assessore, Andrea Biancareddu, titolare della Pubblica istruzione. Udc-Cambiamo è il secondo partito dell’Aula, ex equo con la Lega, a quota sette consiglieri.

Per come sono attualmente gli equilibri nell’Esecutivo è evidente l’assenza di proporzione. La stessa Lega, con sette scranni, ha tre assessori più il presidente del Consiglio. Uno sproposito. Si tratta rispettivamente di Mario Nieddu (Sanità), Valeria Satta (Affari generali), Giorgio Todde (Trasporti) e Michele Pais. Il quartetto era stato nominato a inizio legislatura quando la Lega aveva il gruppo più numeroso dell’Aula, con otto scranni. E proprio la Canu aveva fato scattare l’assegnazione del terzo posto in Giunta al Carroccio di Matteo Salvini.

Chi perderà la delega in Giunta per darla all’Udc-Cambiamo, non è dato saperlo. Meglio: la certezza non c’è, ma si fanno ipotesi. Fuori dall’Esecutivo potrebbe finire Gabriella Murgia, titolare dell’Agricoltura, una che ha avuto la fortuna di essere donna e di trovarsi al posto giusto al momento giusto. A Solinas, infatti, in quel momento serviva il quarto nome femminile ed ecco la Murgia, segnalata – si dice – dall’avvocato Costantino Murgia, grande elettore di Solinas. Ma l’assessore non è in quota ad alcun partito. Quindi tra tutti i componenti dell’Esecutivo è la più debole.

Quando l’accordo sul rimpasto sarà trovato, è possibile pure che ci sia un rimescolamento delle deleghe. Anche perché la Lega, superata dal Psd’Az, potrà fare la voce grossa molta meno rispetto due anni fa. Ma da tutto questo si capisce quanto siano diventati difficili i rapporti nel centrodestra. E infatti la coalizione non sta certo brillando per il buon governo della Sardegna.

Infine il capitolo delle amicizie politiche. Sempre per Abbanoa, è finito l’amore tra Solinas e il consigliere Stefano Tunis, fondatore di Sardegna 20Venti. Tunis, con invidia di molti, era l’ombra del presidente. I due erano sempre insieme. Adesso nel cuore del governatore – sempre politicamente parlando – c’è il sardista Nanni Lancioni. prima o poi si scoprirà cosa lega il presidente della Giunta e l’esponente sardista.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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