Finanziaria 2015, l’Anci chiede modifiche: ecco i nodi. Sindaci compatti

Finanziaria 2015, definanziamento delle opere pubbliche e riforma degli enti locali. Questi i temi su cui l’Anci chiede cambi alla Giunta.

Sono fila serrate quelle dell’Anci che oggi, a Abbasanta, ha votato all’unanimità la linea del presidente Pier Sandro Scano. Ovvero, richiesta di revisione su alcuni punti della Finanziaria, così come l’ha licenziata a dicembre la Giunta di Francesco Pigliaru, ma anche correzione della riforma sugli Enti locali. Le fasce tricolori vogliono che le Unioni dei Comuni si possano associare “in sub-ambiti o in convenzioni per la gestione di alcune funzioni che richiedono dimensione territoriale minore”.

Dunque, si muovono compattissimi i sindaci sardi. E sono stati 250 (su 350 iscritti) quelli che oggi si sono ritrovati all’assemblea generale convocata da Anci e Cal. I sindaci hanno affidato a Scano pure il compito di rivendicare le risorse tagliate su welfare e non autosufficienze (una trentina di milioni), più i 15 milioni tolti dal Fondo unico. Chiesta inoltre l’attivazione del patto verticale incentivato, cioè la possibilità di sforare i vincoli di spesa attraverso l’intervento della Regione. Ma serve che la Giunta attivi la copertura sui 60 milioni autorizzata da Roma e intervenga con un ulteriore 16 per cento di co-finanziamento.

Quanto alla manovra 2015, le posizioni non cambiano rispetto a quando emerso nei giorni scorsi. Intanto: l’Anci chiede lo stralcio dell’articolo 5, quello che assegna all’Agenzia regionale Area (ex Iacp) “le funzioni di studio, progettazione e attuazione delle opere pubbliche”. Scano e i primi cittadini vogliono che ciò sia affrontato con una legge ad hoc. Non solo: il comma 2 dello stesso articolo prevede, una volta assegnati ad Area i nuovi poteri, l’attivazione di un fondo unico per infrastrutture e “opere di interesse locale”. Per i sindaci la responsabilità del Fondo deve essere assegnata ai Comuni e non eventualmente alla Regione.

Ancora: sul mutuo da 600 milioni che la Giunta vuole contrarre per dare vita al Piano regionale delle opere pubbliche, l’Anci ha acceso oggi il semaforo arancione. Ovvero, i sindaci sono favorevoli all’indebitamento, ma chiedono di discutere sulla destinazione delle risorse, prevedendo per esempio investimenti per le aree interne e per la formazione.

La richiesta di concertazione avanzata dai sindaci si estende pure ai fondi europei, per i quali l’Anci sollecita alla Regione “chiarezza sulla programmazione”, ha detto ad aAbbasanta il presidente dell’Anci. “È necessario – ha aggiunto – sapere quale sia con esattezza la direzione dello sviluppo voluta dalla Giunta”.

All’assemblea di oggi, come unico esponente dell’Esecutivo, ha partecipato Cristiano Erriu, l’assessore degli Enti locali che è stato il predecessore di Scano. Erriu ha già fatto sapere che accoglierà la proposta sui sub-ambiti e sulle convenzioni all’interno nelle Unioni dei Comuni, questo su base volontaria e senza il vincolo dei 10mila abitanti (o del numero minimo di quattro amministrazioni), come scritto nello stesso ddl della Giunta.

La relazione di Scano è passata all’unanimità anche la linea dura proposta da Scano sul fronte del definanziamento, altro terreno di scontro tra Anci e Regione. Tutto ruota intorno all’assestamento di bilancio col quale il 24 ottobre scorso, attraverso la legge 19, sono state cancellate le risorse ai Comuni che in quella data con avevano appaltato le opere. Vero che nella stessa norma è previsto un fondo di recupero, ma l’Anci lo considera “una risposta non adeguata per ragioni di principio e di merito”.

Proprio su questo tema ad Abbasanta sono intervenuti molti sindaci che hanno raccontato quali infrastrutture locali sono finiti in freezer e per questo hanno sollecitato all’Anci supporto legale nei ricorsi da presentare contro la Regione. In ballo ci sono oltre 100 milioni di lavori bloccati. Le fasce tricolori dell’Isola vogliono che in Finanziaria venga inserita la modifica della legge 19.

Da domani in poi ogni giorno sarà utile per provare a ricucire lo scollamento tra Regione e Comuni, i quali rivendicano il rispetto della legge 1/2005 che riconosce agli enti locali il diritto di concorrere alle programmazione della Sardegna.

Scano ha chiuso così l’assemblea: “Noi siamo pacifisti. Non non ci piace il conflitto e siamo per la collaborazione istituzionale. Ma se qualcuno ci tocca il Fondo unico, come dice Papa Francesco gli diamo un pugno“.

Sullo sfondo resta la battaglia contro l’Imu sui terreni agricoli. Stavolta lo sguardo è puntato su Roma, contro il Governo. Mercoledì il Tar del Lazio, che ha sospeso i pagamenti, decide sul merito. E nel caso in cui il ricorso venisse bocciato (il capofila è l’Anci Umbria), ci sono le 200 opposizioni presentate, sempre al Tar della Capitale, dai 200 Comuni isolani.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share