Figliuolo ‘commissaria’ la sanità sarda: ‘Pochi vaccini, militari per farne di più’

Il generale Francesco Paolo Figliuolo ha di fatto commissariato la sanità sarda perché nell’Isola “si fanno troppo pochi vaccini”. La media è di 7.500 contro i “17mila necessari” per contrastare davvero, in tempi rapidi, la pandemia che continua ad avanzare.”D’accordo con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il capo di Stato maggiore della Difesa – ha comunicato Figliuolo – incrementeremo in Sardegna la presenza di medici e infermieri militari per portarci a 17mila inoculazioni al giorno“. Questa soglia di dosi quotidiane supera addirittura di duemila unità la quota di 15mila che sembrava si dovesse raggiungere per fare bene. Ma la nostra Isola, a ben vedere, è troppo indietro e deve recuperare terreno. E ciò avverrà in due tappe.

Nei giorni scorsi l’Ats guidata da Massimo Temussi e il presidente Christian Solinas hanno annunciato la visita di Figliuolo come un atto di cortesia. L’arrivo del generale è stato presentato come un taglio del nastro, per inaugurare un secondo padiglione della Fiera di Cagliari, dove verranno fatti esclusivamente i richiami e sarà ugualmente  l’Ats a gestirlo. Figliuolo, pur con garbo, ha bocciato la macchina sarda delle vaccinazioni. L’Isola, in tutti i report nazionali, si contende con la Calabria il primato del ritardo nella somministrazione delle dosi.

“In Sardegna dobbiamo incrementare – ha esordito il generale nominato da Mario Draghi per gestire in Italia l’emergenza Covid -: oggi la Regione è in grado di inoculare tra le seimila e le settemila dosi al giorno. Dobbiamo arrivare a metà del mese a undici/dodici mila per poi arrivare a pieno regime, quando ci saranno le dosi, a 17mila: ciò per avere il bilanciamento delle 500mila inoculazioni giornaliere per fine aprile su tutto il territorio nazionale, perché nessun cittadino rimanga indietro. È necessario che si proceda tutti compatti allo stesso modo”, ha precisato anche il generale-commissario.

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Figliuolo ha poi lanciato un appello ai medici di base, il cui accordo con la Regione si è chiuso solo una decina di giorni fa (leggi qui). Il generale dell’Esercito ha detto: Li ringrazio per quello che fanno ma dobbiamo fare tutti di più e insieme: so che gli odontoiatri si son dati disponibili, è una platea di 400 persone, credo che almeno la metà possa operare”, ha precisato. Insomma, tutte le forze sono in campa per raggiungere il traguardo delle 500mila dosi al giorno in tutto il Paese. E per questo non ci possono essere regioni indietro, come la Sardegna.

Da notare come il generale abbia fatto riferimento al ministero della Difesa e non al presidente Solinas e nemmeno a Temussi, segno che la decisione di commissariare, di fatto, la sanità sarda è un obbligo. Nulla di politico, come nelle accuse che di solito fanno Psd’Az e Lega nel tentativo di coprire i propri errori. Il fatto che la Sardegna sta gestendo male le vaccinazioni e Roma ha deciso di metterci una pezza. La nostra Isola diventa dunque sorvegliata speciale, questo è il commissariamento di fatto,, e si concretizza anche con l’arrivo di almeno quindici militari dell’Esercito, tra medici e infermieri, per supportare la macchina regionale nella somministrazione delle dosi.

Il generale era accompagnato, tra gli altri, dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che si è soffermato sull’organizzazione della attuale campagna vaccinale sarda. “Le strutture a contorno ci sono, questa è una terra in cui la Protezione civile regionale ha investito molto, sono stato alla Direzione generale dove ho visto passi importanti fatti negli ultimi anni”. Quindi “dobbiamo continuare così: il sistema nazionale ha attivato l’attivabile, quello regionale a supporto”. Curcio ha precisato che “i temi su cui si gioca la partita (della pandemia) sono l’arrivo dei vaccini e i vaccinatori”. Oggi alla Fiera non c’era Temussi, mentre Solinas era presente insieme all’assessore alla Sanità, Mario Nieddu.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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