Sardegna arancione, pagliacciata Lega: ‘Colpa di Speranza, algoritmo di Conte’

Una pagliacciata. Della Lega. L’ennesima. Un’offesa anche al nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi. Protagonista: Eugenio Zoffili, il commissario del Carroccio in Sardegna. Quando ormai si sapeva che la Sardegna sarebbe stata declassata a zona arancione, per via dell’Rt salito a 1.08, l’esponente delle camicie verdi ha messo in scena un teatrino ridicolo sulla propria pagina Facebook. Si tratta di una foto che ritrae lo stesso commissario insieme al presidente Christian Solinas e al segretario del partito, Matteo Salvini. Il mare alle spalle. Sotto una scritta degna del peggior populismo: “Io mi fido del mio governatore e della responsabilità dei sardi piuttosto che di un algoritmo ereditato dal Conte 2”.

Zoffili aveva cominciato il pomeriggio con una figuraccia. Intervistato da un giornale online, assicurava: “La Sardegna non è un algoritmo, non ci sono le condizioni per cambiare colore”. Il commissario della Lega sosteneva di aver sentito sia Solinas che l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e  di aver ottenuto rassicurazioni da loro sulla permanenza dell’Isola in zona bianca.

Per chiarezza: l’algoritmo di cui parla Zoffili – e attribuito al secondo governo Conte – è lo stesso che ha portato la Sardegna in zona bianca a inizio marzo. Quindi non si capisce perché prima era fantastico, mentre adesso è una porcheria. Non solo: Zoffili, che è un deputato eletto in Lombardia, governa insieme a Draghi. Se l’algoritmo di cui parla è davvero così terribile, poteva proporre al suo partito di cambiarlo. Ma non risulta che l’abbia fatto.

Di più: Zoffili, in un colpo solo, ha offeso il ministero della Salute, Roberto Speranza, e il presidente Draghi, considerandolo un inutile capo del Governo sulla cui testa passano le decisioni dell’Istituto superiore di sanità, cui spetta esaminare i dati delle regioni e valutare la situazione complessiva assegnando i colori. Se Zoffili guardasse il calendario, si accorgerebbe che è passato oltre un mese da quanto Draghi ha giurato insieme ai ministri della Lega (e quelli di Pd, Forza Italia e Leu). Ma il commissario del Carroccio ancora sente il bisogno di tirare in ballo Giuseppe Conte. Di fatto dando dell’incapace anche a se stesso.

Chissà se da Palazzo Chigi commenteranno qualcosa. Di certo l’Rt sopra 1 colloca in automatico una regione in zona arancione. Anche perché proprio nel Dl firmato il 15 marzo e concordata da Draghi con la maggioranza di governo, quindi anche col Carroccio di Zoffili, è stata volutamente cancellata la zona gialla per cercare di contenere l’avanzata del virus sotto le feste di Pasqua.

Zoffili  nel suo post – almeno all’una di notte – aveva ottenuto appena 115 like (su 24.819 like che ha la sua pagina Facebook). Vuol dire che il suo post è piaciuto ad appena lo 0,46 per cento di chi lo segue sul social (inclusi coloro che hanno messo la faccina che ride, prendendolo in giro).  E pensare che nella prima foto visibile sul profilo di Zoffili c’è scritto “Adesso andiamo a governare”. Ma oggi il commisario della Lega nell’Isola deve esserselo dimenticando scrivendo l’ennesima pietosa pagina di spicciolo populismo. A prova di scemo.

La Sardegna è finita in zona arancione perché sono peggiorati alcuni parametri, come già era successo a fine gennaio. La colpa è anche di quei cittadini che non usano la mascherina; di quei giovani che si riversano nelle strade della movida e per ore rimangono assembrati. Nell’Isola sono diversi i focolai di Covid: da Bono a Sarroch passando per Sindia. Tutti elementi non trascurabili nel risalita dell’indice di contagio Rt. Si aggiunga l’assenza di controlli: a Cagliari non si vede un solo vigili nelle piazze. E se si contattano al telefono polizia e carabinieri per avvisare delle restrizioni non rispettate, rispondono che hanno interventi più urgenti.

La lotta alla pandemia richiede responsabilità civica. Che non tutti hanno. Per questo è necessario che le forze dell’ordine diano un contributo reale e scoraggino con i pattugliamenti l’elusione delle regole anti-Covid. Lasciare alla libera iniziativa dei cittadini il rispetto delle restrizioni non funziona con tutti. Ma se si vuole tornare in zona bianca, è necessario una responsabilizzazione collettiva. E sanzioni (purtroppo).

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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