Fase 2, la scelta definitiva di Solinas: “Passaporto sanitario è obbligatorio”

Alla fine la versione definitiva è arrivata. Nel ‘Punto stampa’ di ieri l’ha spiegata il presidente della Regione, Christian Solinas: “Chi arriva in Sardegna, deve avere il passaporto sanitario“. Ovvero un medico deve certificare la negatività al coronavirus. Il governatore ho messo pure una pezza alla pessima comunicazione che lui stesso e la Giunta hanno dato in queste settimane, firmando e spedendo ordinanze a notte fonda e senza uno straccio di comunicato stampa nel quale spiegare le regole in vigore, scritte a loro volta in maniera non sempre chiara. Nei giorni scorsi è infatti successo che Il Corsera abbia rilanciato la notizia della “quarantena obbligatoria in Sardegna”, quando invece si tratta di una misura che è in vigore dal 14 marzo e ancora valida perché in tutta Italia continuano a essere vietati gli spostamenti tra regioni e così dovrebbe essere sino al 2 giugno. Solo dal 3 ripartiranno, salvo un aumento improvviso dei contagi, i voli in continuità territoriale dagli scali di Roma e Milano; dal 15 tutti gli altri colegamenti.

Dunque, dopo settimane di versioni cambiate e soluzioni improbabili, Solinas ha detto con chiarezza come imposterà gli arrivi nella stagione turistica alle porte. Chi sbarcherà nell’Isola dovrà avere con sé il passaporto sanitario. Quindi spetterà ai vacanzieri fare il test che certifichi la negatività al Covid-19 e un medico dovrà mettere nero su bianco l’esito dell’esame, che andrà fatto massimo quattro-cinque giorni prima della partenza. Diversamente niente ingresso nell’Isola. Di certo, a differenza di come lo stesso Solinas ha ipotizzato nei giorni scorsi, l’eventuale rilevazione della temperatura non sostituirà l’obbligo del test. Il capo della Giunta, nel ventaglio di possibili soluzioni, aveva inserito pure il test sierologico.

La soluzione del passaporto sanitario come documento di viaggio accontenta soprattutto le società che gestiscono gli aeroporti sardi, le quali già da due settimane, proprio in una videoconferenza con Solinas, avevano spiegato di non avere gli spazi per fare i test agli arrivi. Sarebbero serviti migliaia di metri quadrati che gli Ad di Sogaer Cagliari, Geasar Olbia e Sogeaal Alghero hanno spiegato di non avere. A parte il caos che si sarebbe creato negli stessi scali isolani.

Come i turisti intendano ottenere la certificazione, non sembra essere un problema della Regione. Di sicuro i test salivari che Solinas, in un certo momento, aveva detto di voler fare in Sardegna alle persone appena sbarcate, non sono ancora in produzione, come ha ricostruito ieri Sardinia Post. Si trattava dell’ennesima boutade. La Giunta, semmai, sta chiedendo a Roma di “liberalizzare” gli esami anti-Covid per facilitare la possibilità di fare un controllo pre-vacanza.

Quanto ai costi, Solinas ha detto ieri: “Il passaporto sanitario non rappresenta un aggravio nei confronti degli arrivi in Sardegna. L’Isola apre le sue braccia al turismo, ma lo vuole fare con tutta la sicurezza per i sardi residenti e per i turisti”. Del resto, la necessità di una verifica è fondamentale, come ritiene anche Stefano Vella, il virologo e infettivologo che fa parte del Comitato scientifico sardo e a fine aprile ha rilasciato un’intervista al QuotidianoSanità. Vella ha ribadito che “il passaporto sanitario è una misura giusta a tutela degli stessi turisti e della popolazione locale”. Anche perché nell’Isola la bassa circolazione del virus premia lo sforzo dei sardi che hanno rispettato con rigore l’obbligo di restare a casa.

Un punto, questo, su cui lo stesso governatore si è soffermato: “Avere l’indice di contagio Rt più basso d’Italia (è allo 0,24), non è un detrimento del sistema turistico, ma un di più. Tanto che stiamo pensando a una campagna promozionale per restituire a livello internazionale l’immagine di un’isola sicura e attrattiva, perché siamo la regione più sicura al mondo sul fronte dei contagi. L’Rt (certificato dall’Istituto superiore di sanità e dalla Fondazione Bruno Kesller) fa di noi una meta turistica osservata e ambita, in quanto si baserà sulla capacità del sistema di garantire sicurezza. Per questo chiediamo una piccola cautela in più”.

In ogni caso, i costi sostenuti dai turisti per fare i test, verranno rimborsati in altro modo. Per esempio “riassorbendo le spese sostenute sotto forma servizi alberghieri”. Solinas si è poi soffermato sulle cancellazioni delle prenotazioni, generate proprio dalla confusione nella comunicazioni. E stimate ieri dallo stesso presidente “in un settanta per cento“. Il governatore ha detto: “Non sono legate all’idea del passaporto sanitario, sapevamo che ci sarebbero state perché la gente in tutto il mondo ha paura”.

Dopo la pubblicazione di questo articolo, a Mattino Cinque è intervenuto il ministro Francesco Boccia, che sui passaporti sanitari ha detto: “Non esistono e, benché l’organizzazione territoriale spetti alle Regioni, le questioni sulla salute pubblica vengono decise dal Parlamento, che è sovrano“.

Al. Car.
(@alessacart)

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