Donne elette alle Regionali, Solinas: “Parità lontana, servono più strumenti”

“Nella composizione della Giunta terremo sicuramente conto della rappresentanza femminile, perché è un valore aggiunto che completa la visione che gli uomini possono avere del mondo e della società, così che si possano garantire al meglio le istanze che arrivano dalla società sarda”. Dopo il flop della preferenza di genere alle consultazioni appena concluse, che ha consentito di eleggere soltanto otto donne (e anche se i dati sono ancora provvisori, il risultato non si discosterà di molto) il nuovo governatore della Sardegna, Christian Solinas, rispondendo alle domande di Sardinia Post a margine della conferenza stampa congiunta di questa mattina con il vice premier Matteo Salvini, assicura che nella composizione dell’Esecutivo le donne saranno rappresentate.

“Cercheremo di valutare, insieme alla rappresentanza di genere, anche le capacità le competenze e le professionalità che esistono sia nell’universo maschile che in quello femminile. Spero di poter mettere su una squadra che dia le risposte adeguate nei tempi più veloci possibile”, sottolinea. La Giunta uscente, guidata da Francesco Pigliaru, ha quattro donne su dodici assessori (33 per cento), tutte in assessorati chiave il Lavoro, il Turismo, l’Ambiente e l’Industria. È la legge Statutaria ad assicurare il principio di pari opportunità, con la norma che garantisce la presenza delle donne nella Giunta regionale in misura non inferiore al 40 per cento. Un indirizzo, questo, contenuto anche nelle disposizioni del Consiglio d’Europa. Finora, in Italia, la gran parte delle sentenze sul mancato rispetto della rappresentanza di genere hanno dato ragione ai ricorrenti. C’è stato un caso eclatante anche in Sardegna: a giugno 2011 la seconda Giunta Cappellacci, nominata otto mesi prima, venne azzerata dal Tar per assenza di donne.

Sulla composizione dell’arco assembleare nel palazzo di via Roma, Solinas sottolinea il raddoppio del numero di consigliere elette (le uscenti sono quattro, ndr): “Questo è un dato che dovrebbe essere salutato con favore, ma emerge un fatto: non si può, soltanto con una legge elettorale, modificare una situazione che sicuramente è culturale e antropologica”. Per il nuovo presidente la questione femminile va affrontata approntando “una serie di servizi e strumenti che servono a raggiungere una parità vera di opportunità e accesso al mondo del lavoro. Per rendere la parità non solo dichiarata ma anche praticata, dobbiamo affiancare alle azioni normative, che già esistono e possono essere migliorate, una serie di azioni positive, come tutti i provvedimenti legati alla conciliazione vita-lavoro o al welfare aziendale”.

 

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