Elezioni, doppia preferenza e disgiunto: conto alla rovescia, ecco come si vota

Mancano ancora poco meno di 48 ore e le urne in tutta l’Isola si apriranno per scegliere il nuovo presidente della Regione e la composizione del prossimo Consiglio regionale. Sette aspiranti presidenti, 24 liste e circa 1.500 candidati per un totale di 60 posti nell’Aula di via Roma a Cagliari per la legislatura numero sedici della storia dell’Autonomia sarda.

Sono i numeri di questa tornata, che sarà regolata da una legge elettorale complessa scritta in tutta fretta alla fine del 2013 da centrodestra e centrosinistra, e duramente contestata dalle piccole formazioni e dal M5s. I candidati sono divisi in 8 collegi: Cagliari, Sassari, Gallura, Nuoro, Oristano, Sulcis, Medio Campidano e Ogliastra. Iseggi elettorali apriranno alle 6.30 e si potrà votare fino alle 22. L’elettore dovrà presentarsi munito di un documento di identità valido e della tessera elettorale. Chi ha smarrito la tessera elettorale o la deve rinnovare può chiedere il duplicato o l’attestato sostitutivo rivolgendosi, anche negli stessi giorni della votazione, all’ufficio elettorale del Comune di iscrizione nelle liste elettorali.

LEGGI ANCHE: I voti decisivi del candidato presidente: come funziona la legge elettorale sarda

La votazione per il presidente della Regione e per il Consiglio avviene su un’unica scheda che riporta nome e cognome dei candidati alla carica di presidente, nonché i contrassegni delle liste o della lista singola che lo appoggiano, affiancati da due righe per esprimere l’eventuale voto di preferenza. L’ordine dei nomi e dei simboli sulla scheda è stato oggetto di sorteggio: il nome del primo candidato governatore, pubblicato nella prima colonna in alto a sinistra, sarà quello di Francesco Desogus del Movimento 5 stelle. Al secondo posto, nella stessa colonna, Christian Solinas per la coalizione di centrodestra con le sue 11 liste: Sardegna Civica, Energie per l’Italia, Fortza Paris, Uds, Sardegna 20Venti, Partito sardo d’Azione, Riformatori, Udc, Lega, Fdi e Forza Italia.

Nella seconda colonna della scheda, quella centrale, compaiono Vindice Lecis con la Sinistra sarda e
Massimo Zedda, portabandiera della coalizione dei Progressisti con le sue 8 liste, in quest’ordine: Campo Progressista, Pd, Noi la Sardegna, Cristiano Popolari socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Futuro Comune, Sardegna in Comune, Leu. Nella colonna di sinistra, ci saranno i candidati presidenti Paolo Maninchedda (Partito dei sardi), Mauro Pili (Sardi liberi) e Andrea Murgia (Autodeterminatzione).

Come si vota. Oltre che per il presidente, tracciando un segno sul nome stampato sulla scheda, si può esprimere il voto per una delle liste circoscrizionali, tracciando un segno nel relativo rettangolo. Ciascun elettore può, anche, esprimere, nelle apposite righe della scheda, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome oppure il nome e il cognome dei candidati compresi nella lista stessa. È la grande novità di questa tornata elettorale, che per la prima volta alle Regionali prevede la ‘doppia preferenza di genere’. Gli elettori potranno quindi decidere di esprimere un doppio voto, ma i candidati devono essere di sesso diverso e soprattutto nella stessa lista (è ciò che in altre consultazioni, come le amministrative, nel passato ha ingenerato qualche confusione ed errore).

Si può votare anche soltanto per il candidato presidente, senza alcuna preferenza di lista, oppure esprimere solo i voti alle liste e automaticamente il voto viene assegnato anche al candidato presidente collegato. Ma c’è anche la possibilità del voto disgiunto: si può votare per una lista e allo stesso tempo scegliere un candidato presidente non appoggiato dalla stessa lista votata.

A vincere sarà il candidato presidente, fra i 7 in corsa, che prenderà più voti, anche se la sua coalizione dovesse raccoglierne meno di quelle avversario. Può accadere che, a causa del voto disgiunto, un leader raccolga più preferenze delle liste a lui collegate. Anche se con meno voti degli avversari, a queste andrà comunque la maggior parte dei seggi grazie al premio assegnato al presidente.

È al candidato presidente che ottiene più voti che si attribuisce il premio di maggioranza. Se il vincitore ottiene il 40 per cento più uno, avrà il 60 per cento dei seggi in Consiglio regionale. Se, invece, il vincitore ottiene almeno il 25 per cento più uno, avrà il 55 per cento dei posti disponibili nell’assemblea sarda. Il sistema torna proporzionale solo in due casi: se una lista supera il 60 per cento o se nessuna lista supera il 25 per cento.

Mar. Pi.

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