Deposito nucleare, il no unisce i partiti: tutti contro le scorie in Sardegna

Il no alle scorie nucleari unisce la politica sarda. Nel giorno in cui la Sogin, società che deve gestire la discarica di rifiuti radioattivi in Italia, ha reso pubblici i siti idonei a stoccare il materiale nucleare, dall’Isola arriva un coro contrario. Da destra a sinistra, passando per sindaci, parlamentari e presidente della Regione, la protesta è unanime.  Dal Partito democratico si dicono “pronti alla mobilitazione per difendere la Sardegna dall’eventuale trasformazione in deposito di scorie nucleari. Non è pensabile che la nostra, che paga già un elevato prezzo per la condizione di insularità, possa ospitare un deposito di questo tipo di rifiuti”. Lo sostiene il segretario regionale Emanuele Cani. Netta anche la posizione dei Progressisti in Consiglio regionale: “La Sardegna si presenta con caratteristiche ambientali uniche e il nostro futuro in termini di sviluppo sono l’ambiente e la sua valorizzazione. Sarebbe un controsenso nella regione che paga il costo energetico più alto per imprese e famiglie ospitare depositi di scorie e l’economia turistica e agroalimentare sarebbe indebolita per il danno che nell’immaginario collettivo potrebbe scatenarsi”. Dall’opposizione in Consiglio regionale arriva anche una mozione, primo firmatario Eugenio Lai (LeU), con richiesta di convocazione urgente dell’Aula. Per il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa “è inaccettabile l’inserimento della Sardegna tra le regioni idonee” mentre Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia, parla di “decisione sconcertante”

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L’ipotesi dello stoccaggio nell’Isola viene bocciata anche dai parlamentari sardi del Movimento 5 Stelle: “Seppure la Sardegna disponga dei requisiti, non si può non tenere conto del referendum consultivo popolare regionale riguardante l’installazione nell’Isola di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive. Nel 2011, infatti, con un’affluenza record, i sardi dissero ‘no’ lanciando un messaggio al Governo forte e chiaro”. Secondo il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda “è una follia la pubblicazione della mappa Sogin nel bel mezzo di una crisi Covid non solo sanitaria ma anche economica e senza neanche un preavviso ai comuni interessati”. Intanto Eugenio Zoffili, deputato e coordinatore della Lega in Sardegna,  annuncia un’interrogazione alla Camera: “Siamo stupiti e allarmati, il metodo è sbagliato perché scelte del genere devono essere condivise con le Regioni”.

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Pronto a dare battaglia anche il comitato NonucleNoscorie che dopo la mobilitazione referendaria del 2011 contro lo stoccaggio di scorie nucleari in Sardegna, è pronto ad alzare il livello di guardia con manifestazioni di piazza. Il Comitato, che aveva riunito non solo le varie anime indipendentisti ma anche parte della società civile isolana attorno al No referendario, dice al governo “che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo: volontà di indisponibilità al nucleare dichiarata con chiarezza, non solo con la mobilitazione di massa ma anche con atti ufficiali: referendum, leggi e ordini del giorno regionali, delibere dei Comuni e delle Province, determinazioni della Conferenza episcopale sarda”.

Parere contrario anche dagli indipendentisti di Liberu: “Le scorie non passeranno. Per cercare di tranquillizzare e per abbindolare i più sprovveduti, nei documenti il deposito che conterrà le scorie nucleari italiane viene associato ad un ‘Parco tecnologico’, su cui si millantano le solite balle già sentite mille altre volte, con lavoro per i residenti e benessere per tutti, sperando di fare leva sulla miseria e sul bisogno di lavoro – attaccano – La verità è che si tratta di una discarica blindata in cui verranno riversate le scorie nucleari italiane”. In una lettera aperta il partito dei Rossomori invita sindaci e capigruppo del Consiglio regionale a affrontare il tema nelle rispettive assemblee.

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