Cancellazione del 25 per cento di lezioni in presenza per gli studenti delle superiori; slittamento della chiusura di bar e ristoranti dalle 18 alle 23; riduzione dei voli e delle tratte navali verso gli scali dell’Isola. Sono questi i tre punti chiave su cui si dovrebbe articolare l’ordinanza che il presidente della Regione, Christian Solinas, ha promesso una settimana fa in un balletto di cambi di linea. Alle 17,30 è programmata una videoconferenza tra il governatore, i capigruppo in Consiglio regionale e gli esperti del Comitato tecnico-scientifico.
Dunque sembra sicura la ‘punizione’ agli studenti della Superiori che non potranno mai andare a scuola: Solinas vuole cancellare anche quel 25 per cento di lezioni in presenza previsti dal Dpcm di Giuseppe Conte. Una quota minima che andrebbe aumentata. Invece il capo della Giunta isolano vuole spazzare via. Ma la protesta nel mondo della scuola sta montando.
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Quanto a ristoranti, bar e gelaterie, la regione sta lavorando a un cambio di orario, d’accordo col Governo che nel Dpcm, al comma Ee ha previsto la possibilità di deroghe per le Regioni, a patto che la curva epidemiologica lo consenta. Si tratta di capire se la Sardegna se lo può permettere, visti i contagi in crescita e l’alta occupazione dei posti letto in Terapia intensiva (leggi qui).
Sulla riduzione degli arrivi in aereo o in nave, Solinas sta trattando con Roma. Sul tavolo del confronto anche la possibilità di riaprire, a precise condizioni, i teatri. Di sicuro non si capisce perché Solinas volesse chiudere tutto l’altro giorno (aveva annunciato lo stop&go), poi l’inversione di rotta non appena le chiusure sono state decise da Roma. La sensazione è che Solinas decidere più per ragioni politiche che non in base alla reale andamento dei contagi. Diversamente nel giro di una settimana non avrebbe detto tutto e il suo contrario.