Trecento euro di aggiornamento Istat, cifra più cifra aumento. Il gruzzoletto se lo sono autoassegnato i consiglieri regionali lo scorso 26 novembre attraverso un emendamento inserito nella legge Omnibus piena di regalini. E senza perdere tempo, l’aumento è stato inserito già nello stipendio di dicembre.
Gli onorevoli sardi, però, non hanno fatto i conti con la Ragioniere dello Stato, Biagio Mazzotta, e con il Governo di Mario Draghi: l’uno ha rilevato l’illegittimità della norma, l’altro ha impugnato la Omnibus davanti alla Corte Costituzionale. Non solo: fosse stato per Mazzotta, il ricorso alla Consulta sarebbe scattato anche sul ripristino della pensione che, invece, l’Esecutivo nazionale ha salvato.
L’aggiornamento Istat per i consiglieri regionali è diventato legge attraverso un emendamento di Stefano Tunis, fondatore di Sardegna 20venti, quota centrodestra. Un regalino che gli altri comuni mortali non si possono fare: da anni e anni sono fermi sia gli stipendi di tutti gli altri lavoratori sia le pensioni. Ma a Palazzo hanno fatto un’eccezione. Per se stessi.
Per avere contezza di quanto inopportuna fosse l’approvazione dell’emendamento Tunis, basta andare sul sito del Consiglio regionale alla voce ‘Trattamento economico’ e sommare le voci. L’indennità base è di 6.600 euro, a cuoi va aggiunto un rimborso forfettario “per le spese inerenti l’esercizio del mandato’ pari a 3.850 euro. Poi ecco un altro aiutino per il viaggio: 650 euro mensili vanno a chi ha la residenza oltre i 100 chilometri da Cagliari, mentre prendono 300 euro coloro che abitano tra i 71 e i 100 chilometri dal capoluogo. Il presidente della Regione e quello del Consiglio hanno un’indennità di carica ulteriore che ammonta a 2.500 euro, mentre gli onorevoli che fanno pure gli assessori possono contare su ulteriori 1.200 euro.
Quindi: senza contare i ruoli vari o le spese di viaggio che singolarmente fanno variare la retribuzione mensile, il mestiere di consigliere regionale fa guadagnare minimo 10.450 euro. Eppure a Palazzo hanno sentito l’esigenza di aggiornare la retribuzione all’aumento dei prezzi al consumo, differenziandosi dal resto dei cittadini.
Adesso sarà la Corte costituzionale a stabilire se i 300 euro siano legittimi o meno. Anche perché Tunis ha proposto e ottenuto – con beneficio per tutti, nessuno escluso, anche per quanti hanno votato contro – di aggiornare indennità e rimborsi con effetto retroattivo, a partire dalla passata legislatura. Quindi dal 2014.
Si è arrivati così ai 300 euro (ma nulla si sa sull’arretrato dal 2014 a oggi). E sino a quando non arriverà il verdetto dalla Corte Costituzionale, l’aggiornamento Istat resterà in busta paga perché la legge Omnibus è regolarmente in vigore. Il problema è sempre lo stesso: chi controlla i consiglieri regionali?
Alessandra Carta