È l’emendamento più inopportuno della legge Omnibus. È la riassegnazione della pensione che i consiglieri regionali – con voto di maggioranza ma senza colpo ferire da parte dell’opposizione – hanno deciso il 22 novembre scorso, insieme a una lunga serie di altri regalini. Però, passati quasi due mesi da quel via libera, la mossa autoreferenziale dell’Aula rischia di essere fermata da Roma.
Il ruolo di guastafeste se l’è intestato Biagio Mazzotta, il ragioniere dello Stato che ha firmato una relazione di ventidue pagine nel quale fa a pezzi mezza Omnibus, come raccontato dal nostro giornale (leggi qui l’approfondimento). Praticamente un pre-avviso di impugnazione trasmessa, non a caso, all’Ufficio legislativo del ministero dell’Economia.
L’idea di re-introdurre la pensione è venuta al consigliere regionale Stefano Tunis, fondatore di Sardegna 20venti: suo l’emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo della maggioranza, tranne i Riformatori. Tunis, di fatto, ha re-introdotto quanto cancellato alla fine della XIV legislatura, a gennaio 2014. Tanto che il comma 4 dell’articolo 35 – così è previsto nella Omnibus – è stato pensato con effetto retroattivo a partire dalla XV legislatura cominciata a febbraio 2014. Adesso siamo alla XVI, che ha avuto inizio a febbraio 2019.
Il ragioniere delle Stato non si è fatto prendere dalla logorrea. Anzi. È scritto nella relazione di Mazzotta: “Si segnala che non si dispone degli elementi per il riscontro della copertura finanziaria prevista sul bilancio del Consiglio regionale”, è la prima annotazione. Come dire: si è approvato un emendamento senza prima quantificarlo, cosa vietata dalla legge. E ancora: “Si evidenzia che il richiamo alle previsioni di spesa risulta generico e, pertanto, si ritiene necessario acquisire chiarimenti da parte della Regione”.
Come vada a finire, è presto per dirlo. Sorprende tuttavia che, proprio in piena crisi economica per via della pandemia, i consiglieri regionali abbiano considerato prioritaria la propria pensione. Su questo mai nessun onorevole, tranne Tunis, mai detto alcunché.
Al. Car.