Autonomia differenziata, il no delle opposizioni in Consiglio: “Solinas deve dimettersi”

Una richiesta di dimissioni nei confronti del presidente della Regione, Christian Solinas, e una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. Le chiedono le opposizioni in Consiglio. Il casus belli è il disegno di legge sull’autonomia differenziata, proposto dal ministro Roberto Calderoli. Non solo il merito del disegno ma anche il metodo con cui è stata espressa la posizione favorevole della Sardegna in sede nazionale.

Lo scossone arriva da Pd, Progressisti, M5s e Avs che, fanno sapere, due settimane fa avevano chiesto al presidente dell’Assemblea di convocare una seduta straordinaria dell’Aula per discutere proprio dell’autonomia differenziata. Invece “è stata apposta la firma alla proposta Calderoli senza un minimo di garanzie”, ha detto Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, durante la conferenza stampa per illustrare le mozioni.

“Se non saranno garantite le stesse entrate che ci spettano attualmente ciò significa mantenere il gap con il resto delle Regioni. Se non c’è un incremento non c’è alcuna possibilità di adeguarsi ai livelli del resto d’Italia”. Alla conferenza unificata della Regioni, la scorsa settimana, a fare le veci di Solinas c’era l’assessore alla Sanità, Carlo Doria, che ha apposto la firma al ddl. “Le richieste di dimissioni di tutta la minoranza sono giustificate dal fatto che il Consiglio non è stato interpellato – ha precisato Alessandro Solinas, capogruppo M5s -. Al netto della nostra richiesta come opposizioni di riunirlo e far emergere le posizioni di tutti i consiglieri, così da vedere chi si rende corresponsabile di questo attentato all’autonomia sarda”.

Incalza anche Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti: “Pais non garantisce più la dignità del Consiglio regionale, contestiamo con forza i suoi modi: ci aveva rassicurato sul fatto che sarebbe stato importante avere una posizione condivisa e non fare fughe in avanti. Ci sono dei ruoli apicali come quelli del presidente del Consiglio o della Regione che non possono essere azzoppati”. Per Eugenio Lai, capogruppo Avs, “si tratta di un alto tradimento nei confronti del popolo sardo perché si mette a repentaglio l’autonomismo e vengono messe in discussione anche le entrate”.

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