Aumento degli assistiti per i medici di base sardi, il Governo boccia la norma della Regione

La Regione non aveva la competenza per farlo. E per questo il Governo ha impugnato la norma – voluta dall’assessore alla Sanità, Carlo Doria – che prevedeva l’aumento del numero di assistiti dei medici di base nell’Isola, fino a 1.800, su base volontaria e in attesa di un accordo nazionale. La norma serviva a “far fronte all’emergenza dovuta a una carenza che pesa in modo particolare sulle sedi periferiche della regione”.

Il Consiglio dei ministri l’ha bocciata perché “eccede dalle competenze statutarie della Regione Sardegna ed essendo in contrasto con la normativa statale di riferimento, si pone in violazione della competenza statale esclusiva in materia di ordinamento civile. Si pone, inoltre, in violazione dell’esigenza connessa al precetto costituzionale di eguaglianza (articolo 3 della Costituzione)”.

Nella delibera del Cdm si legge, nello specifico, che “eventuali deroghe al massimale previsto dalla legge nazionale di 1.500 pazienti, possono essere autorizzate in relazione a particolari situazioni locali per un tempo determinato, non superiore comunque a sei mesi”. E ancora: “In attuazione della programmazione regionale, l’Air (Accordo integrativo regionale) può prevedere l’innalzamento del massimale fino al limite massimo di 1.800 scelte esclusivamente per i medici che operano nell’ambito delle forme organizzative multiprofessionali del ruolo unico di assistenza primaria, con personale di segreteria e infermieri ed eventualmente altro personale sanitario, per assicurare la continuità dell’assistenza in aree disagiate individuate dalla Regione nelle quali tale innalzamento si rende necessario per garantire l’assistenza”.

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